Ucraina e Moldavia sono “Paesi candidati” all’ingresso nell’Unione Europea. Zelensky: «La nostra candidatura è una vittoria». Restano invece in stand by le richieste di Georgia, Serbia, Macedonia del Nord e Albania.

La concessione dello status di candidato è un primo passo importante, ma come hanno chiarito i leader dell’Unione è solo il primo di un percorso che può richiedere molti anni e che, soprattutto, non include nessuna garanzia di successo. Tuttavia, per Ucraina e Moldavia quella di giovedì è stata una giornata storica: entrambi hanno ricevuto lo status di Paese candidato all’adesione all’Unione Europea, concesso dai governi dei 27 Stati membri durante il Cosniglio europeo a Bruxelles.

Per l’Ucraina, ha sicuramente pesato l’invasione russa, giunta ormai al quarto mese, come ha fatto capire il presidente francese Emmanuel Macron. “Questa è la nostra vittoria. L’abbiamo aspettata per 120 giorni e per 30 anni. Batteremo il nemico e ci riposeremo. O, probabilmente, prima ricostruiremo l’Ucraina e poi riposeremo”, le parole del presidente ucraino Volodymyr Zelensky.

Anche il Parlamento europeo in mattinata si era espresso a larghissima maggioranza a favore della concessione, con 529 voti favorevoli: in questo caso il parere dell’Eurocamera non è in nessun modo vincolante, ma resta un chiaro segnale politico.

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Georgia e Balcani occidentali restano in stand by

Se Ucraina e Moldova possono celebrare questa giornata storica, un passo più indietro resta la Georgia, a cui non viene concesso lo status di candidato, ma una “prospettiva europea“, in sostanza un incoraggiamento a procedere nel cammino indicato dalla Commissione e migliorare le proprie condizioni democratiche e giuridiche.

I presidenti di Serbia, Macedonia del Nord e Albania – esclusi dallo status di Paesi candidati – sono apparsi molto contrariati in una conferenza stampa organizzata per l’occasione, a cui non ha preso parte nessuno dei leader dell’Unione.
I negoziati di adesione della Serbia sono in stallo da tempo, mentre Albania e Macedonia del Nord sono da tempo Paesi candidati, ma non riescono ad accedere alla fase successiva, cioè l’apertura dei negoziati di adesione, per l’opposizione della Bulgaria.