Coronavirus, i dati della settimana (26 marzo-1 aprile): diminuiscono i positivi (-3,1%) ed è stabile ma ancora alto il numero dei morti. In molte regioni, terapie intensive sotto pressione. Tanti over 80 sono ancora in attesa del vaccino.

Nell’ultima settimana, dal 26 marzo al primo giorno di aprile, in Italia sono stati trovati 142.692 nuovi casi di coronavirus, il 3,1% in meno rispetto ai sette giorni precedenti, su 2 milioni 241 mila tamponi eseguti. Se da una parte migliorano i dati sul contagio, dall’altra resta ancora molto alto quello sui morti: sono stati 3.048, rispetto ai 2.944 della settimana precedente. Il dato dei decessi però è generalmente in ritardo di 10-15 giorni rispetto al contagio. L’età media delle persone decedute è 81 anni. Le regioni con il numero più alto di decessi (tra i 6 e 10 ogni 100mila abitanti) sono Friuli Venezia Giulia, Emilia-Romagna, Lombardia, Marche, Puglia.

Le terapie intensive

Ciò che preoccupa è ancora la situazione nelle terapie intensive, sotto pressione in molte regioni: sono sopra la soglia critica del 30% in Piemone e Lombardia (oltre il 60% dei posti occupati), ma anche in Emilia Romagna (50%), Friuli Venezia Giulia (46%), Marche (57%), Molise (41%) Trento (52%), Puglia (44%), Toscana (42%), Umbria (41%), Valle d’Aosta (45%).

La campagna vaccinale

Il dato ancora alto dei morti è legato anche ai ritardi della campagna vaccinale: tra chi ha più di 80 anni, hanno ricevuto la prima dose poco più della metà degli anziani, con profonde differenze tra le regioni (oltre il 70% in Basilicata, PA Bolzano, Molise, PA Trento; tra il 40% e il 50% in Sicilia, Toscana e Calabria).
La percentuale della popolazione italiana vaccinata al 2 aprile 2021 è l‘11,97% del totale (prima dose) e 5,4% (seconda dose). Finora sono state somministrate 10 milioni e mezzo di dosi a 7,2 milioni di italiani.

 

Foto copertina: Gabriella Clare Marino © Unsplash