In tutta Italia riaprono le scuole fino alla prima media. Resta vietato il consumo sul posto in bar e ristoranti. Ancora chiusi cinema, teatri e palestre. Nove regioni sono in rosso, undici in arancione.

Torna per le regioni italiane il sistema dei colori, dopo il lockdown nazionale del week end di Pasqua. L’ultimo monitoraggio ha confermato 9 regioni in area rossa a causa dell’incidenza superiore a 250 casi per 100 mila abitanti: si tratta di Valle d’Aosta (380), Piemonte (337), Friuli Venezia Giulia (331), Puglia (318), Emilia-Romagna (297), Lombardia (268), Toscana (260).
Le 11 regioni arancioni sono invece Sicilia, Sardegna, Basilicata, Molise, Abruzzo, Lazio, Marche, Umbria, Liguria, Veneto, più le Province autonome di Trento e Bolzano.

Martedì 7 aprile sono entrate in vigore le nuove misure anti-Covid decise dal governo Draghi per far fronte alla pandemia da coronavirus. Saranno valide fino al 30 aprile. La prima novità riguarda la sospensione delle zone gialle e bianche (quelle con meno restrizioni): l’Italia è arancione o rossa. Dunque, è vietato il consumo sul posto in bar e ristoranti (resta consentito l’asporto), mentre rimangono chiusi cinema, teatri, palestre e musei. Restano aperte invece le chiese.

Riaprono le scuole fino alla prima media in tutta Italia (anche nelle zone rosse) e arriva l’obbligo vaccinale per il personale sanitario: pena, la sospensione senza stipendio o l’assegnazione di un’altra mansione (anche inferiore).

Confermato il coprifuoco dalle 22 alle 5, così come il divieto di spostamenti tra regioni, a meno che non si abbia una seconda casa. La mobilità è consentita solo per motivi di lavoro, salute e necessità. Sarà sempre possibile rientrare alla propria residenza, domicilio o abitazione. Per quanto riguarda le visite ad amici o parenti in zona arancione, sono permesse una sola volta al giorno, verso un’altra abitazione privata abitata dello stesso Comune, tra le ore 5.00 e le 22.00, a un massimo di due persone, oltre a quelle già conviventi nell’abitazione di destinazione. A chi vive in un Comune che ha fino a 5.000 abitanti è comunque consentito spostarsi entro i 30 km dal confine del proprio Comune (quindi eventualmente anche in un’altra Regione o Provincia autonoma), anche per le visite ad amici o parenti nelle modalità già descritte, con il divieto però di spostarsi verso i capoluoghi di Provincia.

Nei prossimi giorni, valutando l’andamento dell’epidemia e del piano vaccinale, il governo valuterà la riapertura di quelle attività che possono ripartire in sicurezza, senza aspettare la scadenza del decreto a fine di aprile.

Foto: Gabriella Clare Marino © Unsplash

L’Italia continua dunque a restare chiusa, mentre molti Paesi (fuori dall’Ue) iniziano a ripartire. Come Israele, primo “Paese post-Covid”, e il Regno Unito, che in questi giorni riapre parchi e piscine (poi toccherà ai pub), grazie alla massiccia campagna vaccinale che ha fatto crollare il numero di ricoveri e decessi a fronte di oltre 30 milioni di britannici vaccinati. L’Italia paga così i ritardi della campagna vaccinale che procede ancora molto a rilento, con solo il 5,2% della popolazione immunizzato e il numero dei morti ancora molto alto (oltre 400 anche ieri).