L’applicazione per il tracciamento dei contagi da Covid-19, Immuni, è finalmente attiva in tutta Italia. Dopo la fase sperimentale partita lo scorso 8 giugno in 4 regioni d’Italia (con il “successo” di aver segnalato già 3 positivi), da lunedì 15 giugno l’applicazione funziona in tutte le Regioni in modo completo. L’app sarà “un pilastro importante nella gestione della fase 2 dell’emergenza”, come ha specificato il commissario straordinaio Domenico Arcuri. Sono state apportate delle modifiche per tutelare la privacy degli utenti e l’app non sarà obbligatoria: il mancato download non sarà un limite per gli spostamenti, come ha dichiarato il presidente Conte in Senato. Simili app si sono rivelate efficaci nella lotta al Covid in Cina, Corea del Sud e Vietnam. Ma cosa è, come funzionerà ed è sicura?

I sistemi operativi necessari
Per l’iPhone l’app ha bisogno della versione del sistema operativo iOS 13.5. Per i dispositivi Android, bisogna avere almeno la versione 6 del sistema operativo, e Google Play Service versione 20.18.13. Presto anche sull’App Gallery di Huawei.

“Immuni sarà libera e gratuita”
Immuni è libera, gratuita, anonima e funzionerà con il bluetooth e senza geolocalizzazione. La società Bending Spoons concede la licenza d’uso aperta, gratuita e perpetua, il codice sorgente e tutte le componenti applicative “esclusivamente per spirito di solidarietà”.

Come funzionerà
L’app funziona con il sistema bluetooth, che rileva il contatto. Se due cellulari arrivano a distanza tale che il bluetooth si aggancia, allora significa che le due persone sono state troppo vicine e a rischio contagio virus. Poi entrano in gioco i codici identificativi memorizzati. L’operatore sanitario riceve il codice col quale può scaricare dal server centrale i dati della app del paziente, compresi i codici delle persone incrociate dalla persona positiva. L’utente riceverà così una serie di avvisi e notifiche che indicheranno i comportamenti da seguire, come autoisolamento e test diagnostico.

Il diario clinico
Immuni presenta anche un diario clinico: una sezione che contiene informazioni rilevanti del proprietario del cellulare come sesso, età, malattie pregresse, assunzione di farmaci. Diario che poi verrebbe eventualmente aggiornato in presenza del Covid-19 con sintomi, stato di salute e terapie.

Immuni è sicura?
La Commissione Ue ha stabilito le regole per il sistema di tracciamento dei cittadini residenti in Europa: i due pilastri principali sono l’anonimato dei dati e la condivisione su base volontaria da parte degli utenti che sceglieranno di affidarsi a queste misure. Immuni non farà eccezione.

 La privacy è garantita?
L’Unione Europea ha individuato nel bluetooth la tecnologia più idonea per permettere un corretto funzionamento dell’app di tracciamento, rinunciando quindi alla geolocalizzazione e al monitoriaggio via GPS perché seguire i movimenti delle persone non è negli obiettivi dell’app. Per mantenere l’anonimato, è previsto che le app utilizzino un ID (codice d’identificazione utente, ndr) anonimo e temporaneo che consenta di stabilire un contatto con gli altri utenti nelle vicinanze.

Sarà davvero utile?
Nei Paesi in cui simili app sono state adottate, come in Cina, Vietnam e Corea del Sud, si sono rivelate utili ai fini del contenimento del contagio. Resta da capire come funzionerà davvero “Immuni”. Camminando per strada o andando al supermercato potrebbe facilmente capitare di incrociare dei contatti involontari, rilevati dall’app: come si comporterà il sistema? L’ipotesi di un tilt o di falsi allarmi potrebbe essere dietro l’angolo, ma per vederne gli effetti bisognerà attendere il debutto dell’app.