Un accordo fra Parlamento Europeo e governi dell’Unione cambia le regole sui richiedenti asilo, che diventano più stringenti. Per Ursula Von der Leyen è un passo «storico».

La Redazione

L’Unione europea ha un nuovo patto per la migrazione e l’asilo, risultato dell’accordo che i governi degli stati membri dell’Unione Europea hanno raggiunto con il Parlamento Europeo. Il testo riforma in parte il regolamento di Dublino. Prima di entrare in vigore l’accordo dovrà essere dettagliato nelle sue parti tecniche e approvato ufficialmente dal Parlamento Europeo e dal Consiglio dell’Unione Europea, dove siedono i rappresentanti dei governi dei 27 paesi membri.

Cosa cambia per i migranti

Il Patto non si occupa dei migranti economici irregolari, ma delle persone che hanno il diritto alla protezione internazionale. Il nuovo Patto per la migrazione prevede controlli più severi sull’arrivo dei migranti nell’Ue, centri chiusi in prossimità delle frontiere per rimpatriare più rapidamente chi non ha diritto all’asilo e un meccanismo di solidarietà obbligatorio tra gli Stati membri a beneficio dei Paesi di primo approdo. Gli Stati potranno comunque scegliere tra la ricollocazione dei richiedenti asilo nel loro territorio e il versamento di contributi finanziari.

Le nuove regole sugli screening prevedono che le persone che non soddisfano le condizioni per entrare nell’Ue saranno soggette a una procedura pre-ingresso, che comprende l’identificazione, la raccolta di dati biometrici, controlli sanitari e di sicurezza, per un massimo di sette giorni.

L’accordo è in sintesi la conseguenza concreta dello spostamento a destra di diversi governi europei, anche in vista delle elezioni europee e della lunga campagna elettorale, in cui tema dell’immigrazione sarà probabilmente centrale.

Le reazioni

La presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen ha dichiarato che «il Patto sulla migrazione e l’asilo garantirà una risposta europea efficace a questa sfida europea. Significa che saranno gli europei a decidere chi arriva e chi può restare nell’Ue, non i trafficanti. Significa proteggere chi ha bisogno». Per la presidente dell’Europarlamento Metsola: «Ancora una volta l’Europa ha smentito i pronostici». L’accordo ha già incassato la contrarietà del presidente ungherese Orbàn, alleato di Giorgia Meloni in Europa, da sempre contrario ai meccanismi di solidarietà per i Paesi di primo ingresso, come l’Italia.

Il nuovo accordo è stato criticato delle organizzazioni per i diritti umani. Circa cinquanta Ong, tra cui Amnesty International, Oxfam, Caritas e Save the Children, hanno scritto una lettera aperta ai negoziatori per denunciare il rischio che il patto migratorio sfoci in «un sistema mal concepito, costoso e crudele».

Foto copertina © Sam Mann – Unsplash