(Foto copertina: Pixabay / video e foto sopra: РИА Новости – via twitter.com/rianru)

Le immagini del vagone sventrato e delle persone in fuga dalle pensiline invase dal fumo raccontano le ore di terrore che ha vissuto ieri San Pietroburgo. Nel primo pomeriggio si è verificata un’esplosione sulla linea blu della metropolitana all’interno di un vagone tra la stazione di Sennaya Ploshchad e quella di Teknologicheskiy Insitut. I morti accertati sono 14, 42 i feriti, 12 dei quali in gravi condizioni. Sono ancora incerti i dettagli e la natura dell’attacco. Si tratta di terrorismo, la matrice è ancora ignota ma la più probabile è la pista islamista. L’esplosione è avvenuta nel giorno della visita del presidente Putin in città. Tutte le stazioni della metropolitana sono state chiuse e un ordigno inesploso è stato rinvenuto nella stazione di Ploshchad Vosstaniya. Da quanto sostiene l’agenzia Interfax, le forze dell’ordine seguono la pista kamikaze: l’attentatore sarebbe un 23enne asiatico.

Proteste e arresti: tensione politica altissima in Russia
La Russia da alcune settimane vive giorni difficili, segnati da un’altissima tensione sociale e politica. L’attentato di ieri arriva ad una settimana dal corteo anticorruzione che ha visto finire in carcere oltre 1.000 dissidenti e anche il leader dell’opposizione Alexei Navalny. E anche domenica altri 32 manifestanti sono stati arrestati nel corso di un altro corteo non autorizzato, in base ad una “legge anti-proteste” voluta da Putin del 2014.
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