Nel 1999, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha designato il 25 novembre come data della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Una ricorrenza istituita con la risoluzione numero 54/134 del 17 dicembre 1999. L’Onu ha invitato, così, i governi, le organizzazioni internazionali e le ONG a organizzare attività volte a sensibilizzare l’opinione pubblica in difesa delle donne, ancora vittime di violenza, ogni giorno, in ogni angolo del mondo.

STUPRI, VIOLENZE E FEMMINICIDI. TUTTI I NUMERI DI UN DRAMMA

Quasi 11 stupri al giorno, quattromila ogni anno. E tanto sommerso. Secondo l’Istat, un milione e 157mila donne avrebbero subito una violenza sessuale nel corso della vita, tra stupri e tentativi di violenze. Tra le denunce si registra una lieve flessione: 6% in meno tra il 2014 e il 2015 e 13% in meno dal novembre 2015 al novembre 2016. Nel periodo compreso tra gennaio e luglio 2017 le violenze sessuali sono state 2333, contro le 2345 denunciate nello stesso periodo dell’anno scorso. 
Una recente indagine realizzata dall’istituto Demoskopika ha fotografo il fenomeno: nel corso degli ultimi anni, denunce e arresti hanno interessato in maggioranza gli italiani (61% dei casi), seguiti da romeni (8,6%), marocchini (6%), albanesi (1,9%) e tunisini (1,3%). Anche le vittime sono principalmente donne di nazionalità italiana (68% dei casi), seguite da romene (9,3%) e marocchine (2,7%). Inoltre, ogni quattro casi di violenza sessuale in Italia, almeno uno coinvolge un minorenne. Quanto alla divisione regionale, Lombardia e Lazio detengono il triste record dei territori dove avvengono il maggior numero di reati.

Numeri però che restano però lontani dalla realtà poiché i casi di stupro o tentativo di violenza sessuale denunciati sono solo una parte, difficile da quantificare. Tante donne non denunciano per paura o per altri motivi personali e familiari.

Consola, se così si può dire, la posizione italiana in Europa. Il record negativo lo detengono i paesi scandinavi con Danimarca, Finlandia e Svezia. Seguono Paesi Bassi, Francia e Gran Bretagna. Tra i 27 paesi dell’Unione, l’Italia si posiziona al diciottesimo posto. Ma i numeri in valore assoluto restano agghiaccianti: in media, una europea su tre riporta di essere stata vittima di questi abusi (33%), equivalente a 62 milioni di donne. E non è meno drammatico il bilancio al di fuori dei confini europei, con l’Africa che detiene il record di abusi. I 5 paesi con il più alto tasso di stupri sono, secondo la classifica stilata da Unodc: Lesotho, Botswana, Saint Vincent e Grenadines, Swaziland e Svezia. Ultime, nel mondo: Andorra, Armenia e Mozambico con lo 0,2% di casi su 100.000 abitanti.

Dallo stupro alla morte il passo è breve. Il femminicidio in Italia è un bollettino di guerra che si aggiorna di ora in ora, un dramma che ormai assume i contorni di una vera e propria strage. Le leggi sullo stalking e le norme contro il femminicidio avrebbero dovuto avere un effetto di deterrenza che c’è stato solo in piccola parte. Tra il 2006 e il 2016, in 10 anni sono state 1740 le donne uccise in Italia. Spesso dai propri mariti e compagni. Nel 71 % dei casi infatti si tratta di drammi che avvengono all’interno delle mura domestiche. Il 67,6 % sono state uccise dal partner, il 26,5% dall’ex compagno. Solo lo scorso anno, nel 2016 sono state 120 le donne uccise. Nel 2014 erano 152 e nel 2015 il numero è sceso a 127. Quest’anno fino ad oggi sono già 114.