Ieri, papa Francesco ha chiuso l’ultima porta santa rimasta aperta nel mondo, la porta di bronzo del Consorti nella Basilica di San Pietro, sancendo così la fine del Giubileo straordinario della Misericordia, aperto l’8 dicembre scorso. Al centro dell’Anno Santo voluto da Francesco sono stati gli ultimi: carcerati, ammalati, disabili, profughi, esclusi. Ma anche le polemiche sul gender, deriva culturale del laicismo per i più conservatori, la più grande truffa ideologica per tutti gli altri. Protagonisti del Giubileo sono stati anche i temi etici: aborto, matrimoni gay, eutanasia. Su tutto, il No vaticano resta netto. Senza se e senza ma.

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Ci si aspettava almeno 25 milioni di arrivi, ma i pellegrini, per il sito del Giubileo sono stati trai 19 e 20 milioni. Il Giubileo straordinario non si è tradotto in quel boom turistico per la città di Roma e gli albergatori temono di non raggiungere a fine anno neanche i 14 milioni del 2015. Ad influire sul calo, non solo la paura per gli attentati, ma anche i timori dei turisti laici di imbattersi in folle di pellegrini che Roma, in realtà, non ha visto.  E questo nonostante due hub di livello come Fiumicino, che ha superato i 40 milioni di passeggeri nel 2015, e il porto di Civitavecchia, divenuto il più importante scalo navale turistico d’Italia con 2,5 milioni di passeggeri. “È vero che ci sono stati gli attentati in Francia che molto hanno influito sugli arrivi a Roma – afferma Giuseppe Roscioli, presidente di Federalberghi Roma -, ma in ogni caso l’effetto Giubileo nel nostro settore non c’è stato. Il vero successo turistico della Capitale quest’anno è stato il congresso mondiale di cardiologia che ha portato a Roma 35mila specialisti, con hotel esauriti, taxi introvabili e un milione di euro di tassa di soggiorno incassato dal Comune”.

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Il flop non è solo nell’impatto turistico per la città di Roma, ma anche nei progetti non realizzati e nella spesa evidentemente alta rispetto ai benefici e ai risultati raggiunti. Dei 146 cantieri previsti solo 42 hanno visto la luce. Venticinque sono stati i milioni di euro spesi e oltre 2.000 gli uomini delle Forze dell’Ordine arrivati in città per garantire la sicurezza.

Chi invece può cantare vittoria sono le strutture religiose, gli abusivi e, solo in parte, i privati. Il motivo è tutto nella tipologia di turismo che attrae un evento come il Giubileo: si tratta di arrivi mordi e fuggi che apparentemente non lasciano il segno, per lo meno nelle sistemazioni ricettive tradizionali. Molti pellegrini restano a Roma meno di 24 ore e tanti alloggiano da parenti, amici o in strutture economiche in nero. Gli host di Airbnb sono cresciuti del 55% rispetto all’anno precedente, ma il sold out lo hanno registrato, in occasione dei maggiori eventi giubilari, solo gli alberghi di proprietà del Vaticano, spesso al centro delle polemiche perché esenti da Imu e da quella tassazione a cui sono soggette tutte le altre strutture laiche, a Roma come in Italia.