Riparte la moda tra antichi rituali e credenze magiche. Mercoledì 22 luglio Dior ha portato, per una sera, il Salento nel mondo. Da una piazza Duomo interamente allestita con le tipiche Luminarie firmate dai fratelli Parisi, ha sfilato la collezione Cruise 2021 della maison francese. La direttrice creativa Maria Grazia Chiuri, nata a Tricase (Lecce), è tornata così alle sue origini. Le modelle hanno attraversato la piazza, tra le danze e la musica della Pizzica, simbolo resiliente della lotta contro l’oppressione. Le donne e la tradizione sono state le protagoniste di un evento con cui Dior ha voluto raccontare l‘essenza del Salento, fatta di luce, riti antichi, del ritmo musicale della Taranta, ma soprattutto del preziosissimo lavoro di artisti e artigiani, da cui è nata una collezione unica, realizzata con tutte le difficoltà di questo periodo.

Foto © Dior.com

Il risultato è stato una narrazione pluri-culturale, senza pubblico ma con pochi, selezionatissimi ospiti, come Chiara Ferragni, Matteo Garrone e Giuliano Sangiorgi che, con la sua performance, ha chiuso lo show. I capi, come la stessa Chiuri ha dichiarato, sono una vera e propria opera corale tra Parigi e Lecce ed evocano il fascino della Puglia, incarnata dai tessuti della Fondazione Le Costantine, espressione di una sapienza tessile antica e materia unica per gli abiti. L’evento, trasmesso in diretta su tutti i canali web e social di Dior, è stato visto finora da oltre 15 milioni di persone nel mondo.

La bellezza che divide

Non è bastata l’enorme visibilità mondiale per la città di Lecce ad evitare alcune critiche allo show targato Dior. Tra tutte, la più discussa è stata polemica avanzata da Italia Nostra, in merito alle scenografie ideate dalla curatrice dell’evento Marinella Senatore. Per il presidente della sezione Sud Salento, Marcello Seclì, Dior ha realizzato “un allestimento avulso dal contesto storico e non autorizzato dalla Soprintendenza. Un set tipico e stereotipato, utile a propagandare un’immagine stereotipata della Puglia in tutto il mondo, volta ad oscurare il magnifico panorama della piazza Duomo con le faccciate della cattedrale, del palazzo vescovile e dell’antico seminario che sono state occultate da luminarie che avrebbero meglio decorato qualche altro anonimo spazio della città”.