Il Bonus Mobilità post Covid previsto dal Decreto Rilancio pare abbia innascato un boom inatteso, quello delle 2 ruote. Nonostante i fondi non siano ancora arrivati nelle tasche degli acquirenti, i segnali per un cambio di paradigma ci sono tutti e, forse, anche l’Italia vivrà il mutamento della sua mobilità urbana, con il decongestionamento del traffico veicolare.

In attesa del bonus governativo (previsto a settembre), è davvero grande la platea di chi ha già fatto acquisti in vista del rimborso. Confindustria Ancma (Associazione nazionale ciclo motociclo accessori) ha segnalato un balzo del 60% degli acquisti di bici tradizionali e a pedalata assistita rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Un aumento stimato di circa 540 mila pezzi venduti nel solo mese di maggio sul 2019. Un boom talmente imponente che oggi l’offerta non è sufficiente a soddisfare la domanda di bici e monopattini. L’arrivo di nuove biciclette viene infatti esaurito in pochissimo tempo, spesso i mezzi sono prenotati con settimane di anticipo, mentre i produttori, sia dei Paesi occidentali, sia dei maggiori esportatori asiatici, Cina e Taiwan, non riescono a fare fronte alle richieste.

Il Bonus Bici

Per aver diritto al Bonus Bici gli acquisti devono essere effettuati dal 4 maggio al prossimo 31 dicembre 2020. Non ci sarà più bisogno di un’app e non ci sarà nessun “click day”, come era stato annunciato in un primo momento. Per vedersi riconosciuto il bonus, basterà compilare un modulo accessibile solo dal sito del Ministero dell’Ambiente, molto probabilmente dal mese di settembre. Nel form dovranno essere inseriti dati e codice Iban su cui si desidera l’accredito, che arriverà entro 10-15 giorni. I 210 milioni di euro già stanziati verranno erogati sino ad esaurimento scorte sulla base della data di acquisto e sono finanziati con le aste verdi, ovvero le imposte pagate sulle emissioni impattanti in atmosfera, che secondo le norme europee devono essere spese per migliorare la qualità dell’aria (e non in altri settori).

La bikeeconomy in Europa

La bikeeconomy in Europa vale 200 miliardi di euro l’anno di cui 9 solo per il cicloturismo. L’Italia è il primo produttore in Europa, con 2,6 milioni di biciclette (+16% nel 2019 sul 2018) e 213 mila e-bike (+209%). Del totale, ben 1,5 milioni di bici italiane vengono esportate. Il giro d’affari è pari a 1,35 miliardi di euro, ma il dato è destinato ad aumentare sensibilmente. Se, infatti, solo nel mese di maggio 2020 l’incremento delle vendite è stato del 60%, non è difficile pensare che entro la fine dell’anno si possa superare il milione di bici vendute.

Il boom dell’economia verde non si ferma all’acquisto delle biciclette. I dati diffusi da Unioncamere e Legambiente lo confermano: i pernottamenti di cicloturisti nel Paese hanno superato un totale di quasi 55 milioni, pari al 6,1% delle presenze totali, generando una spesa di 4,7 miliardi di euro (in gran parte arrivati da turisti stranieri). La spesa media pro capite di 75 euro al giorno conferma come il turista a due ruote sia di fascia medio-alta. Il modello resta il Trentino Alto Adige, che da solo intercetta quasi un terzo dell’intero flusso cicloturistico. Non è nessario tuttavia spingersi fino all’estremo nord per comprendere la portata del fenomeno: basta osservare ciò che accade nelle grandi città. A Roma ad esempio è boom dello sharing di monopattini, tanto da rendere nessario l’arrivo di steward in pettorina per regolare il nuovo “traffico”. E mentre spuntano ovunque nuove piste ciclabili, dal centro alla periferia, da via Prenestiva alla Tuscolana, anche la Capitale si scopre sempre più green.

La stima dell’Osservatorio BikeEconomy non lascia dubbi: un milione di investimenti sulle piste ciclabili ne raddoppierebbe l’indotto, grazie all’incremento del turismo e dei posti di lavoro. Un altro ottimo motivo per salire in bici e partire.