Dopo la morte in carcere del più grande oppositore di Putin, piazza del Campidoglio a Roma si è riempita per il sit-in bipartisan. Proteste anche in Russia: oltre 400 arresti. Martedì è morto in carcere anche l’oppositore bielorusso Lednik.

La Redazione

Non solo Londra, Budapest, Parig, New York: la notizia della morte di Alexei Navalny ha provocato proteste in tutto il mondo e anche a Roma in centinaia sono scesi in piazza, per il sit-in bipartisan a cui hanno aderito i partiti di maggioranza e opposizione. Alexei Navalny era il grande oppositore di Putin, morto in carcere in Siberia. La madre e la moglie hanno accusato senza esitazioni il dittatore russo. Secondo il quotidiano indipendente Novaya Gazeta Europa il corpo presenta lividi da convulsioni. Per l’Unione Europea, “non ci sono dubbi: Putin è l’unico responsabile”.
Navalny è solo l’ultimo oppositore morto in carcere, come tanti attivisti e giornalisti, scomparsi, arrestati o uccisi dal regime russo in questi anni. Ed è di martedì la notizia della morte del giornalista e oppositore bielorusso Igor Lednik, anche lui trovato senza vita in carcere.

Il sit-in a Roma

Lunedì, la politica italiana si è ritrovata sul colle del Campidoglio per la manifestazione voluta dal leader di Azione Carlo Calenda. Che ha dichiarato: “Sono contento che tutte le forze politiche siano oggi qui”.
Non sono mancate le polemiche e le contestazioni, come i fischi al capogruppo della Lega Massimiliano Romeo. “Vergogna, vergogna” hanno urlato diversi manifestanti con la fiaccola in mano. “Dov’è la felpa di Putin? E i 49 milioni? Vattene a Mosca”, hanno gridato alcuni. Per il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri: “In tantissimi sono qui in Piazza del Campidoglio per esprimere lo sdegno e la condanna per la morte di Alexei Navalny. Un forte segnale di unità del Paese e della comunità internazionale. Chiunque ami i valori della libertà e della democrazia non può accettare questa morte in silenzio”.

Foto da X – Roberto Gualtieri

Le proteste in Russia

Anche in Russia sono scesi in piazza in migliaia e sarebbero più di 400 gli arresti avvenuti nel Paese. Secondo quanto denunciato dall’organizzazione indipendente Ovd-Info, tramite il suo profilo “X”, agenti in borghese avrebbero rimosso memoriali con fiori e bigliettini apparsi in diverse città della Russia. Altre 15 persone sono state arrestate nella giornata di sabato 17 febbraio dalla polizia russa, durante una manifestazione a Mosca. Nonostante la repressione, i tributi dedicati a Navalny continuano a comparire, anche solo a poche centinaia di metri di distanza, ai piedi di altri monumenti.