La censura a ‘Domenica in’ di Ghali e Dargen D’Amico su migranti e Gaza ha fatto esplodere la bufera. In tutta Italia, proteste davanti alle sedi Rai. A Napoli, Torino e Bologna la polizia ha caricato i manifestanti. Sit-in anche a Roma, Palermo, Trieste e Verona.

La Redazione

Le parole di Ghali e D’Argen D’Amico a Sanremo e poi la censura di Domenica In sembra abbiano svegliato l’Italia dal torpore e riacceso una coscienza critica collettiva sul disastro che dal 7 ottobre si sta consumando in Medioriente. Sui social è il tema più dibattuto e dal web la protesta si è spostata anche nelle piazze: un po’ in tutta Italia si sono svolti o si svolgeranno sit-in davanti alle sedi Rai contro la censura e per il Cessate il Fuoco a Gaza.

Tutto è partito dagli appelli di Ghali e Dargen D’Amico durante il Festival di Sanremo contro il genocidio di Gaza. Questo è bastato per mandare in tilt la dirigenza della nuova Telemeloni. Nel corso di Domenica In, Mara Venier ha poi censurato gli interventi dei due artisti, in un fuorionda ha richiamato i giornalisti “colpevoli” di fare domande “scomode” e ha letto e condiviso il comunicato dell’amministratore delegato Roberto Sergio che ha ricordato gli attentati del 7 ottobre, ha espresso pieno sostegno a Israele ma ha totalmente cancellato il dramma di Gaza. Come se non bastasse, Mara Venier ha poi specificato che “sono parole che ovviamente condividiamo tutti”.

Su social la risposta è stata immediata: centinaia di migliaia di post e commenti di protesta hanno invaso la rete e la conduttrice, travolta dalle critiche, ha bloccato i commenti sui suoi canali social.

Dal web alla piazza

A Napoli, il sit-in pacifico davanti alla sede Rai, contro l’informazione del servizio pubblico su Gaza, è finita con la violenta carica della polizia sui manifestanti. Cinque sono stati feriti e ricoverati, mentre la foto di Mimì Ercolano, sindacalista del Si Cobas, con il volto coperto di sangue dopo gli incidenti ha fatto il giro del web. «Ho mal di testa e una prognosi di cinque giorni, ma sono pronta a scendere anche subito nuovamente in piazza se serve», ha dichiarato all’Ansa.

Nelle ore successive sono stati pesantemente caricati anche i manifestanti di Torino e ieri sera anche quelli di Bologna, che hanno manifestato davanti alla sede Rai regionale. I manganelli e la censura non hanno però fermato la protesta: sit-in si sono tenuti anche a Roma, Genova, Firenze, Palermo, Trieste, Verona.