È stato il vero ispiratore della rivoluzione musicale e sociale di metà anni Settanta. Tre anni dopo Post Pop Depression, arriva un nuovo album per Iggy Pop: Free, questo il titolo, uscito il 6 settembre via Loma Vista/Caroline International.
L’album rappresenta una svolta per l’iguana del rock. Un disco malinconico e crepuscolare, scritto nel ricordo degli amici: si ispira al jazz come il David Bowie di “Blackstar” e alla la poesia di Lou Reed. Di quel “Triangolo sacro” (e maledetto) della musica rock nata dalle ceneri underground della New York degli anni ’60-’70, Iggy Pop è l’unico sopravvissuto, un punk duro e puro che non ne vuole sapere di arrendersi.

Le origini della definizione di Sacred Triangle risalgono a un documentario in cui i tre artisti lavorarono a stretto contatto negli appartamenti della Grande Mela: tre maestri che hanno rivoluzionato la storia del rock e di tutta la musica moderna.
Iggy Pop, 72 anni di punk e libertà. “Sono un sopravvissuto, non mi rottamerete mai”, ha dichiarato in una recente intervista a Repubblica.

Free è “cupo e contemplativo. Un disco – spiega il musicista – in cui altri artisti parlano per me, ma io presto la mia voce. Alla fine del tour di Post Pop Depression, ero sicuro di essermi liberato del problema dell’insicurezza cronica che mi portavo dietro nella vita e nella carriera da troppo tempo. Ma mi sentivo anche prosciugato. E sentivo di volermi mettere in ombra, voltarmi e andare via. Volevo essere libero. So che è un’illusione e che la libertà è solo qualcosa che senti, ma ho vissuto la vita finora credendo che quel sentimento fosse tutto quello che valeva la pena inseguire; tutto quello che ti serve – non necessariamente la felicità o l’amore, ma la sensazione di essere libero. Così questo disco mi è successo, e l’ho lasciato succedere”.

Il teaser del nuovo album.