L’attacco americano che è costato la vita a Qassem Soleimani è stato solo l’inizio. La tensione, nel conflitto tra Stati Uniti e Iran, sale di ora in ora. Il governo iraniano ha reagito colpendo con missili le basi militari Usa in Iraq. Il presidente iraniano, Hassan Rouhani ha promesso: “Taglieremo le gambe agli Usa”. La guida suprema iraniana, l’Ayatollah Ali Khamenei, in un discorso in tv, ha dichiarato che l’Iran “ha dato uno schiaffo agli Stati Uniti con l’attacco missilistico alle sue basi militari, ma non è ancora abbastanza e la loro presenza corrotta in questa regione deve finire”.
“Noi non vogliamo l’escalation verso la guerra, ma ci difenderemo contro l’aggressione”, ha scritto su Twitter il ministro degli Esteri iraniano, Mohammad Javad Zarif.

Donald Trump ha twittato: “Tutto bene”, ma la tensione resta altissima.

Nel vicino Iraq, il parlamento ha votato per l’espulsione delle truppe americane del paese, parte fondamentale della coalizione occidentale anti Isis, di cui fanno parte anche i 924 soldati italiani. Il Pentagono ha smentito le voci di un ritiro dal Paese, mentre l’opinione pubblica è divisa tra i più conservatori filo iraniani e le nuove generazioni che da mesi manifestano a Baghdad contro la corruzione e le disuguaglianze e hanno accolto la notizia della morte di Soleimani con canti e balli in piazza. Intanto, le truppe italiane, così come quelle tedesche, si stanno “riposizionando” nei bunker di Erbil, dopo la sospensione delle attività di addestramento sul campo. Ahmad Assadi, il deputato iracheno promotore del provvedimento varato dal parlamento per espellere le truppe straniere, ha specificato in un’intervista al Corriere della Sera: «Via le truppe Usa, ma i soldati italiani vogliamo che restino: addestrano i nostri».

Le reazioni internazionali

Israele si è schierata al fianco degli Usa. Benyamin Netanyahu commentando le minacce giunte dopo l’uccisione di Soleimani ha detto: “Soleimani era responsabile della morte di numerosissimi innocenti” e ha contribuito, secondo il premier, a destabilizzare diversi Paesi. “Israele si schiera completamente dalla parte degli Stati Uniti”, ha ribadito.

Per la Siria di Bashar al Assad, “Teheran ha diritto di difendersi”.

La Cina chiede moderazione a tutte le parti, così come la Germania: “Chiediamo all’Iran di evitare tutti i passi, che possano condurre a un’ulteriore escalation”, ha affermato il ministro degli Esteri tedesco, Heiko Maas. La Francia ha condannato gli attacchi iraniani alle due basi Usa in Iraq, lanciando un appello alla “de-escalation”.

Per la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, “l’uso delle armi deve essere fermato ora per lasciare spazio al dialogo. L’Alto rappresentante per la politica Estera, Josep Borrell ha detto che farà tutti gli sforzi possibili per “salvaguardare l’accordo sul nucleare iraniano”.

Dalla Nato l’invito agli Alleati è che “continuino a consultarsi”.

L’Italia condanna gli attacchi

Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha scritto su facebook: “Seguiamo con particolare preoccupazione gli ultimi sviluppi e condanniamo l’attacco da parte di Teheran. Si tratta di un atto grave che accresce la tensione in un contesto già critico e molto delicato”.