Questa è la storia di Prince Jerry. Aveva 25enne, era nigeriano, laureato in chimica e sognava un futuro migliore in Europa. Il suo è stato un percorso di studi brillante: arrivato in Italia dopo la laurea in Nigeria, aveva avuto tre borse lavoro, aveva lavorato per l’Auxilium e allo Staccapanni. Era stato accompagnatore e volontario per la scuola della pace a Sant’Egidio.
Quando il permesso per motivi umanitari è stato annullato dal recente Decreto Sicurezza, ha deciso di uccidersi buttandosi sotto un treno a Tortona. Era ospite del centro d’accoglienza di Multedo a Genova e si è tolto la vita lunedì.

In foto: Prince Jerry

Una storia di disperazione e tentativi di riscatto, finita nel peggiore dei modi, che racconta come dietro le leggi ci siano le persone e come le norme a volte possano anche uccidere. 

A rendere nota la storia e la fine di Prince Jerry è stato il messaggio di monsignor Giacomo Martino, responsabile della Migrantes di Genova inviato ai parrocchiani: “Cari tutti, ieri sono stato tutto il giorno a Tortona. Uno dei nostri ragazzi, Prince Jerry, dopo aver ricevuto il diniego alla sua domanda di permesso di soggiorno si è tolto la vita buttandosi sotto un treno. Ho dovuto provare a fare il riconoscimento di quanto era rimasto di lui”.

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Di Marta Foresi
Napoli nel cuore e Milano nella mente. E Roma, la grande madre che l’ha adottata a 24 anni, dopo una laurea in Sociologia alla Sapienza e un Master in Scrittura Creativa e Mediazioni Culturali a Dublino. Oggi è giornalista freelance e pittrice. Ama il Giappone, i gatti e la cucina napoletana.