Nel quinto giorno di guerra in Ucraina, la battaglia di Kiev è ancora durissima: piovono bombe, le strade sono ricoperte da macerie, la gente è nei rifugi, ma il popolo è armato e la città non si arrende ai russi. Lunedì al via i colloqui Ucraina-Russia.

Tra case distrutte e civili in fuga, è cominciata venerdì la distribuzione di armi tra i civili e la città resiste, contro ogni previsione di chi, già da venerdì, si aspettava la resa. Nella popolazione prevale la paura, ma si continua a sostenere la lunga e durissima battaglia per le strade e le case. Nella città, trasformata da Vladimir Putin da capitale europea a teatro di guerra nel cuore d’Europa, sarebbero stati distribuiti ai volontari oltre 20mila fucili, milioni di proiettili, lanciarazzi e granate.

Secondo il Pentagono, la Russia non avrebbe il controllo dello spazio aereo, come invece era stato annunciato ieri. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che continua a combattere in strada le milizie russe, al fianco dei suoi concittadini, ha offerto a Vladimir Putin di avviare il negoziato: una delegazione ucraina è già partita verso la Bielorussia per incontrare lunedì quella russa e tentare il negoziato.

Il dramma umanitario e i civili in fuga

Da giovedì mattina, migliaia di ucraini sono in fuga: dopo le lunghissime code di auto sulle strade, chi è rimasto in città è chiuso in casa e in migliaia sono rifugiati all’interno delle stazioni della metropolitana. Il sindaco di Kiev ha dichiarato: «La città è circondata, è impossibile evacuare civili».

Le nuove sanzioni contro la Russia

Dopo le prime sanzioni, decise dall’Unione Europea che avevano lo scopo di colpire «il 70% delle banche russe», venerdì sera è arrivata la decisione di Ue, Usa e Gran Bretagna e Canada: alcune delle maggiori banche russa sono fuori dallo Swift. «Paralizzeremo le transazioni della Banca Banca Centrale Russa», ha detto Ursula Von der Leyen, specificando anche che l’Ue e gli Usa «proibiranno agli oligarchi russi l’uso dei nostri mercati finanziari». Le sanzioni sono state estese anche a Minsk, alleato di Putin.
Fino a oggi un solo Paese è stato tagliato fuori da Swift: è accaduto nel 2012 con l’Iran. Per Biden, «l’alternativa alle sanzioni è la Terza Guerra Mondiale».

Le altre reazioni internazionali

Per la prima volta, la Svizzera rompe la storica neutralità e aderirà alle sanzioni europee contro Mosca. Inoltre ha disposto restrizioni di viaggio nei confronti di 361 deputati della Duma. Sul fronte culturale e sportivo, il festival Eurovision – in programma Torino a maggio – ha annullato la presenza in gara della Russia, mentre la finale di Champions League è stata spostata da San Pietroburgo a Parigi, una decisione che Putin ha definito «vergognosa».

In Russia, arresti contro i manifestanti

Da Mosca a San Pietroburgo, centinaia di cittadini russi da giovedì partecipano a manifestazioni spontanee contro la guerra in Ucraina. La risposta della polizia è durissima: finora più di 1.700 sono stati fermati e arrestati, con il pretesto dei protocolli anti-covid.