Imprenditore, personaggio televisivo e anti-politico per sua stessa definizione. Donald Trump ha sbaragliato qualunque previsione e sondaggio della vigilia. Da gennaio sarà il nuovo Presidente degli Stati Uniti. La super favorita Hillary Clinton è stata duramente sconfitta. Donald Trump vince le elezioni americane con 310 grandi elettori (ne bastavano 270) conquistando la maggior parte degli Stati. I repubblicani ottengono una netta maggioranza anche alla Camera e al Senato. Hillary Clinton si è fermata a 228 grandi elettori, eppure in valore assoluto supera Trump nel voto popolare incassando 200mila voti in più, ovvero 59.814.018 voti contro i 59.611.678 del tycoon. In termini percentuali, l’ex Segretario di Stato ha ricevuto il 47,7% delle preferenze degli elettori, Trump il 47,5%.

Gli stati di Trump. Il tycoon ha conquistato Indiana, Kentucky, West Virginia, Tennessee, Texas, North e South Dakota, Wyoming, Nebraska, Kansas, Oklahoma, Missouri, Montana, Arkansas, Mississippi, Alabama, Lousiana, North e South Carolina, Florida, Ohio, Idaho, Georgia, Iowa, Utah, Pennsylvania.

Gli stati di Hillary. La candidata democratica ha conquistato Vermont, Maryland, New Jersey, lo stato di New York, Washington Dc, Massachusetts, Delaware, New Mexico, Connecticut, Rhode Island, Illinois, Colorado, California, Washington, Oregon, Hawaii, Virginia, Nevada.

CHI È DONALD TRUMP
Il miliardario americano ha fatto la sua fortuna iniziando come costruttore, prima insieme al padre Fred e poi da solo.  Il suo patrimonio è stimato in oltre 3 miliardi di dollari, ma la ricchezza è direttamente proporzionale alle grane giudiziarie. Ha subìto 3500 cause di lavoro in 30 anni, è stato citato in giudizio 60 volte, accusato di non aver mai saldato i conti con i suoi dipendenti. Ma le accuse più gravi riguardano le molestie sessuali denunciate da numerose donne, da cui si è sempre difeso affermando di essere vittima di fango. Il suo linguaggio è spesso volgare, scurrile e violento. In questa durissima campagna elettorale ha fatto molta leva sulla paura. Verso i nemici, interni ed esterni. Ad iniziare dai musulmani, tutti senza distinzione alcuna, fino ai migranti e ai richiedenti asilo, accusati di importare negli Usa criminalità e fanatismo islamico. Ha attaccato duramente l’avversaria Hillary Clinton, che ha accusato di essere bugiarda per il caso emalgate e incompetente. Ma soprattutto si è presentato agli occhi degli americani come l’uomo nuovo, contro l’estabilishment e quel sistema di potere che ha sostenuto in modo compatto la candidata democratica.

c_2_fotogallery_3005597_0_image(In foto: Trump e Clinton durante l’ultimo dibattito in Tv)

Donald Trump ha conquistato i consensi della middleclass americana bianca, impoverita dalla crisi, e dei tanti lavoratori licenziati dalle fabbriche. Ha consolidato il consenso repubblicano nelle aree rurali dell’America profonda, ma non solo.  I democratici vincono sulla costa, ad est e ad ovest, in California come a New York, roccaforti “azzurre”, ma perdono nella gran parte degli altri Stati. Hillary Clinton ha perso, percepita come la donna delle lobbies, dei mercati, della finanza, dello showbusiness e della stampa, che per la prima volta ha sostenuto in modo netto e trasversale la candidata democratica. A lei è mancato il sostegno della classe media, delle donne – su cui ha puntato tanto – e degli studenti che avevano votato per il candidato di sinistra Bernie Sanders, sconfitto alle primarie democratiche. Con le elezioni presidenziali Usa 2016, dopo 8 anni di Barack Obama, gli americani chiudono l’esperienza democratica e soprattutto voltano le spalle ad una delle famiglie più potenti d’America, quella dei Clinton, un tempo molto amata, ma oggi non più.

La prima reazione alla vittoria di Donald Trump è arrivata dai mercati con le borse in picchiata, ma dopo un’apertura in forte calo i mercati europei e Wall Street si sono ripresi. Non c’è stato quindi il temuto contraccolpo per effetto della vittoria inaspettata alle presidenziali Usa di Donald Trump. L’appello all’unità sembra aver rassicurato i mercati.

L’America democratica è sotto shock. Il sito dell’immigrazione del Canada è andato in tilt per le troppe richieste, mentre a San Francisco, Seattle e davanti alla Casa Bianca, sono in corso proteste di immigrati e studenti con cortei per le strade e cassonetti dell’immondizia a fuoco. Ma la delusione dei democratici si sta trasformando in speranza sui social network e su Twitter c’è già chi pensa alle prossime elezioni presidenziali. Attraverso l’hashtag #Michelle2020, in tanti propongono la candidatura di Michelle Obama. In molti, negli Stati Uniti, credono che possa diventare prossimo presidente la first lady uscente, molto amata nel paese e diventata una dei personaggi più popolari in America e nel mondo.

first_lady_portrait_hires(Su twitter parte la campagna #Michelle2020)

Tra le reazioni politiche, la prima è stata quella di Barack Obama che ha commentato: “Non importa cosa accadrà, domani sorgerà il sole. Lascio un Paese migliore di 8 anni fa, ora serve unità”. Donald Trump ha abbandonato i toni della campagna elettorale e ha promesso che farà di tutto per unire l’America ed essere il Presidente di tutti. Hillary Clinton ha riconosciuto la sconfitta e rivolgendosi alle donne ha detto: “Non vi scoraggiate. È una sconfitta dolorosa, e lo sarà per molto tempo. Sono delusa e mi dispiace non aver vinto queste elezioni. Mi auguro che Trump abbia successo”. Alla notizia della vittoria di Trump hanno esultato i leader delle destre del mondo da Putin in Russia a Marin Le Pen in Francia a Orban in Ungheria. Il gelo è calato su Berlino e Parigi. In Italia ha festeggiato tutta la destra mentre Grillo ha parlato di “un vaffa pazzesco” contro tutto e tutti. Renzi ha affermato: “Collaboreremo”. Mentre il ministro degli Esteri Gentiloni ha annunciato: “Cambieranno molte cose”.

(Foto copertina: Reuters)