Quasi 7mila persone sono bloccate da giovedì nell’isola, di nuovo al collasso. Per l’ex sindaca Giusi Nicolini: «La situazione è totalmente fuori controllo, il governo Meloni ha fallito». Gli sbarchi del 2023 sono oltre 115.000: l’83% in più del 2022.

La Redazione

Sono ormai migliaia le persone arrivate in poche ore sulla più grande delle Pelagie e il flusso non si ferma. A Lampedusa sono quasi 7.000 le presenze in un hotspot che è ormai di nuovo al collasso. Dopo le tensioni di giovedì, nella notte, alcuni migranti sono usciti in strada in cerca di cibo e acqua. Nessun problema di ordine pubblico si è verificato e tra gli abitanti è scattata anche la solidarietà, con chi ha offerto bottiglie d’acqua o un piatto di spaghetti. Ieri sono iniziati i primi trasferimenti, ma nell’isola resta il caos e la preoccupazione.
Il sindaco di Lampedusa e Linosa Filippo Mannino ha denunciato al Corriere una situazione insostenibile: «La pressione dei migranti è fortissima, l’hotspot è al collasso, le infrastrutture dell’isola sono in forte sofferenza. Urgono soccorsi da parte del governo, l’invio di navi e aerei che portino aiuto a un contesto che rischia di diventare esplosivo».
Ancora più netta è l’ex sindaca Giusi Nicolini, intervistata dall’Adnkronos: «E’ un delirio. Il molo Favaloro è un tappeto di umanità, non si fa in tempo a svuotarlo che di nuovo si riempie. Le persone sono ammassate, rinfrescate con gli idranti. Già stamattina c’erano decine di barchini in fila in attesa di sbarcare ed è andata avanti così per tutto il giorno. Anche l’hotspot è stracolmo». Per l’ex sindaca, la raffica di sbarchi è il «segno più evidente del fallimento del Governo Meloni; gli sbarchi non si fermano né con la propaganda né con editti e proclami». Giusi Nicolini boccia il memorandum con la Tunisia: «Un’operazione propagandistica e fallimentare, direi completamente in perdita a giudicare dai risultati».

Giovedì, il consiglio comunale di Lampedusa ha proclamato lo «stato di emergenza» e, nel pomeriggio, momenti di tensione si sono verificati al porto di Lampedusa, dove agenti della Guardia di Finanza hanno cercato di contenere le centinaia di migranti che chiedevano di lasciare il molo, effettuando anche una carica di alleggerimento. La Prefettura di Agrigento, d’intesa con il Viminale, ha fatto sapere che è a lavoro sui trasferimenti per alleggerire la pressione sul centro, ma nuovi sbarchi sono attesi anche nelle prossime ore. Per il parroco «è una apocalisse», mentre la Croce rossa invita a dare «priorità alle famiglie con bambini».



Il record sbarchi e le tensioni politiche

I numeri di sbarchi delle ultime ore rappresentano un record assoluto, con i 7mila arrivi in 48 ore. I 5.018 sbarchi in un solo giorno di lunedì è invece il quarto numero più alto di sempre. In totale, gli arrivi del 2023 sono oltre 115.000, pari all’83% in più del 2022. Secondo il report dell’Agenzia europea delle frontiere, gli sbarchi da Libia e Tunisia aumenteranno, perché i trafficanti stanno abbassando i prezzi, facendosi una strenua concorrenza a colpi di sconti. Già ieri il ministro degli Esteri Antonio Tajani aveva detto che «la situazione a Lampedusa potrebbe anche peggiorare».
E mentre le opposizioni denunciano il fallimento delle politiche del governo Meloni, la tensione sale anche tra gli alleati dell’esecutivo con Matteo Salvini che attacca così la premier: «La via diplomatica non ha portato a niente. Ieri sono arrivati 121 barchini e 6.000 migranti, il governo della Tunisia, è evidente, ha dichiarato guerra all’Italia. Ora bisogna essere più decisi e incisivi».
Per la segretaria dem Elly Schlein: «Salvini chiede se c’è una regia dietro gli sbarchi? Sono campioni di scaricabarile, evocano un complotto internazionale per nascondere le proprie responsabilità».
Anche il leader M5s Giuseppe Conte attacca il governo: «Le politiche migratorie di Giorgia Meloni sono fallimentari; gli sbarchi raddoppiano, Lampedusa è al collasso, l’accordo con la Tunisia si sta rivelando un flop. In Europa Giorgia Meloni rimane con il cerino in mano, dilaniata dalle sue stesse ambiguità. Francia e Germania ci voltano le spalle, e sbagliano. Ma sbaglia anche Meloni che ha difeso gli amici polacchi e ungheresi che non accettano la redistribuzione dei migranti».

Foto copertina: Sam Mann – Unsplash


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