Usa e Gran Bretagna hanno bombardato nella notte di venerdì alcune postazioni Houthi, forze ribelli alleate dell’Iran, in risposta agli attacchi contro le navi cargo nel mar Rosso. La replica: “Risponderemo, colpire sarà legittimo”.

La Redazione

Nella notte tra giovedì e venerdì, Washington e Londra hanno lanciato un attacco contro gli Houthi nello Yemen, due giorni dopo che i ribelli alleati dell’Iran hanno rigettato un ultimatum per fermare i raid contro le imbarcazioni nel Mar Rosso. I bombardamenti hanno colpito la capitale Sanaa e altre città. Gli obiettivi erano postazioni dei miliziani filo iraniani. Almeno cinque persone sono state uccise.

Dal 19 novembre ad oggi, i ribelli avrebbero compiuto ben 27 raid nel Mar Rosso, che hanno portato alla riduzione del traffico marittimo lungo il Canale di Suez.

Il 1° gennaio, il presidente Biden ha radunato il Consiglio per la Sicurezza nazionale e ha chiesto quali opzioni militari ci fossero per contrastare i ribelli yemeniti filo-iraniani. Dopo due giorni, Washington con altre 30 capitali ha diramato una nota in cui prometteva “conseguenze” per gli Houthi se avessero proseguito nelle loro azioni di sabotaggio. Da qui, l’attacco di giovedì notte. L’operazione, condotta da Stato Uniti e Gran Bretagna, ha avuto il supporto di Australia, Bahrein, Canada e Paesi Bassi.

I rappresentanti degli Houthi hanno minacciato: “Risponderemo a questa aggressione ingiustificata. Le forze armate yemenite non esiteranno a colpire le fonti della minaccia e gli obiettivi aggressivi in difesa dello Yemen, della sua sovranità e indipendenza. Questa brutale aggressione non dissuaderà lo Yemen dalla sua posizione di sostegno al popolo palestinese offeso”.

La Russia, come anticipato da Al Jazeera, ha chiesto una riunione urgente del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.

L’Italia non ha partecipato all’operazione. Il ministro degli esteri Tajani ha dichiarato: “L’Italia è stata avvertita dagli alleati con diverse ore di anticipo, ma non ci è stato chiesto di prendere parte all’operazione militare”, sottolineando il “sostegno politico dell’Italia a questa azione che è di difesa del traffico marittimo internazionale”.