Pietro Bottai, in arte Pierbo, su quelle tele, che sono una fusione pop di acrilico e materiali riciclati tra cui legno e mollette di plastica, ci mette l’anima. E la fa parlare. Quarantadue anni, lo street artist romano utilizza ogni cosa che gli capita di trovare per creare piccole-grandi opere d’arte. Un lavoro certosino, fatto di studio attento dei colori e delle parole da associare ad ogni singola creazione. In un’esperienza di live painting da “La. Vi. Latteria & Vineria” di Luigimaria Losco, noto locale di Roma a via Tomacelli, Pierbo è alle prese con “Mr. Indeciso”, cintura nera di problematiche aspettative (sentimentali), come si legge sull’opera, in cui l’artista canta l’amore a colpi di pennellate.

Espressione di una profonda sensibilità che si traduce in una sorta di J’accuse misto ad ammirazione per chi, in amore, ha troppe certezze. Sono necessarie dalle sei alle trenta ore di lavoro consecutive perché uno dei suoi quadri senza cornice possa prendere vita. Nel percorso espositivo da La. Vi. quattordici le tele, realizzate in momenti diversi della sua vita, con un sotteso fil rouge che è quello di far parlare le sue opere. Bottai racconta manie, follie, addirittura paranoie dove non mancano alieni di “Pura Fantascienza” che si rifiutano letteralmente di scendere sul pianeta Terra, richiami all’eterno bambino che è in ognuno di noi o tentativi di evasione dalla realtà dipinti nell’opera “Io spesso non sono qui”. L’ispirazione è la quotidianità e Pierbo mescola, da autodidatta e senza particolari riferimenti artistici, icone della cultura popolare e celebri personaggi del mondo della musica (uno fra tutti Rino Gaetano con il suo “Nun te Reggae più”) che rivivono sulle tele con le frasi più famose che hanno fatto storia.

“Parto sempre dall’idea e poi la elaboro con i materiali, ma non ho mai compreso se escono prima le parole o lo schema dell’opera. Sono frasi che riguardano me, salvo quando non si tratta di citazioni di personaggi noti del mondo della musica, dello spettacolo, dello sport o comunque icone pop” spiega lo street artist romano,che sui progetti futuri confida “Vivo sempre nell’incertezza. Non so mai quello che farò domani. Ho già esposto in altri spazi come Il Margutta, il ristorante veg di Tina Vannini nel cuore della Capitale, e in altri contesti sempre con esperienze di pittura dal vivo”. L’arte incontra la poesia, gioca con citazioni e aforismi, si avvale della facoltà di rispondere a dubbi esistenziali con ironia. Perché, come scrive in una delle opere su tela nera con omino stilizzato che ricorda lo stile di Keith Haring “sono i sensi di colpa a uccidere un uomo”. Così la Street Art, attraverso l’estro di Pierbo, ci ricorda di sorridere sempre. Anche davanti all’incertezza.