Sirainer è la prima azienda che produce prodotti per il mondo Bdsm di lusso. Il brand è nato da poco, tra Milano e Firenze. Abbiamo passato una giornata con i protagonisti del marchio.

Tra Milano e Firenze è stata creata da poco Sirainer, la prima azienda che produce prodotti per il mondo Bdsm di lusso. L’idea è quella di utilizzare gli stessi materiali e artigiani che producono per i brand più importanti e di alta gamma della moda italiana. I due proprietari, Mr Sirainer e Mrs Sirainer provengono infatti dal mondo del fashion. Per raccontare la loro azienda e la loro voglia di far cadere i pregiudizi nei confronti del mondo Bdsm, abbiamo intervistato i protagonisti che hanno partecipato allo shooting fotografico, realizzato dall’artista e fotografo Gianluca Panareo, per il lancio della campagna pubblicitaria primaverile dell’azienda. I due modelli, Aran e Clød Blekk non sono modelli professionisti, ma persone che davvero praticano Bdsm e che hanno precedentemente partecipato a progetti fotografici di Gianluca Panareo.

Come è nata Sirainer?
Mr Sirainer: Da una chiacchierata telefonica a fine Marzo , durante la quarantena, tra me e quella che poi è diventata la mia socia, Mrs Sirainer. Visto i tempi davvero bui avevamo bisogno di fantasticare un po’, di nuovi progetti. Entrambi lavoriamo nel mondo del fashion. Chiacchierando e immaginando il futuro, c’è venuto in mente di creare un’azienda di prodotti di alta gamma per il Bdsm, principalmente legati alla pelletteria. Sia io che Mrs Sirainer siamo cresciuti nel mondo della pelletteria, quindi abbiamo pensato che fosse bello mettere a disposizione la nostra expertise per un nuovo progetto. Spesso infatti i prodotti Bdsm non hanno una buona tecnicità, che possa davvero essere performante e aderente alle esigenze dei clienti. In più volevano dare anche un taglio più contemporaneo che spesso manca in questo mondo. Ci interessava anche creare un’azienda che non fosse legata solamente al mondo del sesso, ma anche a quello del “fashion”. Sui metalli, per esempio garantiamo il nickel free, per evitare reazioni cutanee non desiderate. I pellami che scegliamo possono non essere i più preziosi, ma sono i migliori per la funzione che andranno a svolgere e non provocheranno allergie.

Siranair. Foto © Gianluca Panareo

I materiali vengono testati pensando allo scopo?
Mr Sirainer: Certo, si tenta di capire come i vari pellami reagiscono con i liquidi, i lubrificanti e con la pelle durante rapporti Bdsm e che performance garantiscono. Per esempio per la corda per il Bdsm, abbiamo testato varie pelli, ma alla fine ha vinto quella con il “touch” giusto. Anche il costo è importante, noi pur producendo in Italia e puntando sulla qualità, rientriamo comunque nella fascia di prezzo dei prodotti già presenti nel settore.

Chi sono i vostri produttori e come hanno reagito quando gli avete presentato il progetto?
Mr Sirainer: Produciamo le catene vicino a Como, perché abbiamo bisogno di tenute particolari, che le aziende di moda e gioielleria non ci possono garantire, per questo ci siamo rivolti ad aziende di nautica e di catene per industrie pesanti. Il primo bancale che hanno spedito da Como a Firenze, dove si trova l’azienda che ci galvanizza e finisce i nostri metalli, era pieno di imperfezioni e patina di ruggine, perché per loro rientrava nello standard accettabile per certe industrie. Abbiamo dovuto rispedirlo indietro e farci spedire un nuovo bancale di catene non arrugginite, dato che per arrivare a certe rifiniture di prodotto, il materiale di partenza è decisivo. Quando contattai la prima volta l’azienda di catene, la signora che mi rispose e che oggi ci segue ancora, mi chiese di cosa ci occupassimo. Quando le dissi che erano accessori moda, mi chiese se fosse bigiotteria. Poi dopo un po’ mi disse che lei, che indossa quotidianamente bigiotteria, non avrebbe mai messo “mezzo chilo di collana al collo”. A quel punto le risposi che “c’era qualcuno che se le faceva mettere e altri che le mettevano”. Lei ebbe un’illuminazione e mi disse ridendo “ma allora sono collari!”. È una persona stupenda, ha sessant’anni e a ha capito al volo. Appena abbiamo fatto il primo catalogo, gliel’ho mandato e si è divertita molto.

Siranair. Foto © Gianluca Panareo

Con il reparto pelletteria com’è andata?
Mrs Sirainer: Quando andavo in giro in Toscana a spiegare alle aziende che producono per importanti case di moda, tra cui Chanel, che facevamo pelletteria per Bdsm, tra cui per cockring, ci sono stati momenti molto divertenti. Soprattutto perché da donna dovevo spiegare certe cose a colleghi maschi. In una delle prime riunioni, arrivai con una serie di oggetti presi dai competitor che desideravamo produrre. La riunione era in un cubo di vetro nel bel mezzo all’azienda e accanto si svolgevano altre riunioni di lavoro. Io misi tutti gli oggetti sul tavolo ed ero rossa in viso, perché in quell’azienda ci andavo fino a poco prima per imprese che producevano borse da tre o quattro mila euro. Sul tavolo avevo messo collari, harness, mutande in pelle e altro. iniziai spiegargli come e dove si indossassero i vari capi, fino a quando non sono arrivata al cockring e li notai il vuoto assoluto, chi guardava in alto, chi il cellulare, chi il vuoto. Molti mi chiedevano se erano bracciali. Quando gli spiegai a cosa servissero, altri mi chiesero se ero sicura delle dimensioni e gli dovetti spiegare che il cockring è regolabile grazie al fatto che ha dei bottoni a pressione. Per fortuna che il ridere allentava la tensione. La cosa più strana che ho notato in queste occasioni è che poi le persone si sbottonano e cominciano a raccontarti cose che al migliore amico non racconterebbero. Finiscono a parlare delle varie pratiche sessuali che fanno. A volte pensi che forse, essendo riunioni di lavoro, potrebbero anche risparmiarsi racconti sessuali personali.

Clød Blekk: Da una parte però questo è positivo perché alcuni si rendono conto che tu parli di cose di cui di solito non si parla e lo fai in modo molto naturale e quindi si sentono a loro agio e finiscono per raccontare lati della loro sessualità che di solito che tengono nascosti.

Siranair. Foto © Gianluca Panareo

Gli artigiani quindi alla fine si sono affezionati?
Mr e Mrs Sirainer: Sì assolutamente, si sono molto affezionati, soprattutto l’artigiano delle corde, Silvio. Abbiamo un parterre di fornitori stupendi. Probabilmente in questo periodo storico ci voleva un po’ di brio, di leggerezza. Facciamo anche prodotti di moda, come passamontagna e altro.

Com’è nata l’idea di far fare lo shooting fotografico per la campagna pubblicitaria all’artista e fotografo, Gianluca Panareo?
Conosco Gianluca da anni, quando abbiamo lanciato il progetto mi è venuto naturale coinvolgerlo. In questa fase avevamo bisogno di raccontare non solamente il prodotto, ma qualcosa in più, che avesse un minimo di storia. Volevamo qualcosa che sapesse un po’ di voyeurismo, quasi un back stage di un film porno. L’ispirazione è la raccolta fotografica “Pornographic” di Ken Probst. Abbiamo diviso lo shooting con Gianluca, in due giorni. Il primo con modelli provenienti dal mondo della moda e con l’idea di ispirarci al back stage dei film porno. Mentre il secondo giorno abbiamo deciso di lasciare tutto più libero e senza schemi. Abbiamo chiamato non dei modelli professionisti, ma Aran e Clød Blekk, che davvero nella vita praticano Bdsm. Non abbiamo organizzato nulla, abbiamo lasciato che istintivamente i due modelli decidessero cosa fare. Si è subito creata un’atmosfera molto intima e naturale.

Siranair. Foto © Gianluca Panareo

Aran e Clød Blekk, come è stato lavorare a questo progetto?
Aran: Molto bello, già conoscevo il lavoro di Gianluca e mi piaceva molto, poi appena ho visto i prodotti che l’azienda produceva mi sono subito piaciuti. Mi sono immediatamente sentito in armonia con il progetto. Mi è piaciuto il fatto che Sirainer ha puntato sul materiale e sulla sicurezza. Il fatto di sapere che se metto un collare al mio collo non corro rischi, è per me molto importante. L’azienda ha creato prodotti che hanno il giusto mix tra il tatto, le sensazioni che l’oggetto dà sulla pelle e la loro sicurezza. Quando un prodotto è scadente non rischi solo che si rovini in fretta, ma che si possa rompere e diventare quindi pericoloso.

La sicurezza è quindi fondamentale?
Clød Blekk: Certo, spesso la gente quando mi vede indossare la tuta rubber integrale, viso compreso, mi chiede se respiro ancora o se sto per soffocare. In realtà, solo chi lo indossa comprende che ci sono dei micro-fori che permettono di respirare e vedere benissimo. Ogni volta che mi fanno questa domanda mi viene da ridere.

Mrs Siraimer: All’inizio era anche una mia paura, proprio per questo abbiamo deciso di farla solamente con materiali prodotti allo scopo e di alta qualità.

Aran: È fondamentale che le catene che si attaccano ai guinzagli siano sicure, è una delle cose in assoluto più importanti per non farsi male. Mi è piaciuta molto la chiusura che l’azienda ha fatto.

Mrs Sirainer: Inizialmente avevamo pensato a lucchetti senza chiavi, ma con un meccanismo che permettesse un’apertura a scatto, così da evitare che si potessero perdere le chiavi. Poi la complessità di un oggetto del genere a livello di costi finali e di precisione di meccanismo ci ha fatto decidere di procedere con quello che è diventato l’elemento iconico della collezione, lo screw link. Immediato, semplice, sicuro!

Siranair. Foto © Gianluca Panareo

Clød Blekk e Aran, avete deciso di metterci la faccia, una cosa non scontata.
Clød Blekk: Non mi è mai passato per la testa di non metterci la faccia. Vivo a Londra, una città libera dagli anni Settanta e ho un profilo Kinky con la mia faccia da sempre.

Aran: Per me è stata una consapevolezza che è cresciuta nel tempo. La cosa fondamentale è far capire che abbiamo delle vite normalissime, con molte responsabilità verso altre persone. Il fatto che poi nella vita privata amiamo praticare Bdsm, non ci rende mendo degni di fiducia. Questa è un tipo di pregiudizio che in Italia è ancora molto forte. Molti lo vedono come una cosa divertente se è rappresentata in una campagna di moda, ma come sbagliata o strana se fatta dal vicino di casa o da un famigliare. È questo provincialismo che va assolutamente combattuto. Le persone che praticano Bdsm sono spesso professionisti, anche con ruoli di grande responsabilità. Metterci la faccia oggi vuol dire incominciare a far capire alla gente che le persone non normali non siamo noi, che pratichiamo Bdsm, ma bensì chi ci considera sconvenienti. Basta una foto in cui sei nudo o fai il “puppy” che la gente si scandalizza. Forse ci vorrebbe un po’ di leggerezza in più, la capacità di sapere sorridere alle diversità della vita, invece che scagliare le proprie paure come una clava in testa agli altri.

Clød Blekk: Facevo questa conversazione con degli amici milanesi proprio pochi giorni fa e mi dicevano che ero fortunato ad abitare a Londra dove ero libero di vivere il mondo Bdsm liberamente, facendo anche campagne pubblicitarie, senza che questo creasse problemi lavorativi. Tanto che i mei amici mi hanno detto che a Milano, perfino in ambienti creativi, per esempio in uno studio di architettura, se scoprissero una cosa del genere, ti creerebbero problemi. Soprattutto in Italia c’è ancora una forma di bigottismo che teorizza che puoi fare qualunque cosa, purché tu lo faccia nel segreto di casa tua e non ci metta mai la faccia. A Londra invece si guarda cosa tu porti all’azienda e non quello che fai nel resto della tua vita. In Italia si licenziano ancora le donne vittime di ”revenge porn”.

Mr Sirainer: Per esempio, quando tentiamo di partecipare ai dei bandi per fondi europei, ogni volta che i burocrati leggono che ci occupiamo di toys per adulti, scompariamo dai bandi, come se non ci avessimo mai partecipato.

Cosa non può mancare nell’armadio secondo Sirainer?
Mr Sirainer: Collare, manette, guinzaglio, corde e qualche sfizioso pezzo di intimo.

 


Di Luca Fortis
Giornalista professionista, laureato in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali alla Cattolica di Milano. Un pizzico di sangue iraniano e una grande passione per l’Africa e il Medioriente. Specializzato in reportage dal Medio Oriente e dal Mediterraneo, dal 2017 vive a Napoli dove si occupa di cultura e quartieri popolari e periferici.