I 33 murales del progetto T.R.U.St. hanno trasformato Taranto in un grande museo a cielo aperto. Dalle periferie al borgo antico, il programma di rigenerazione urbana ha portato la città al centro del panorama europeo di arte pubblica.

Di Mauro Orrico

Trentantre grandi opere su altrettante facciate dei palazzi di Taranto. A realizzarle sono stati artisti e artiste provenienti da tutta Europa, che con i propri murales hanno contribuito a dar vita ad un lungo e affascinante percorso espositivo da ammirare con il naso all’insù. Il progetto T.R.U.St., acronimo di Taranto Regeneration Urban and Street, in tre edizioni – l’ultima si è conclusa lo scorso dicembre 2022 – ha trasformato strade e palazzi del capoluogo pugliese in un vero e proprio museo a cielo aperto.
Uno spazio espositivo en plein air, organizzato e coordinato dalle associazioni Rublanum – già organizzatrice della rassegna itinerante Gulìa Urbana – e Mangrovie, e ideato da Giacomo Marinaro, Matteo Falbo, Andrea Falbo, con la collaborazione dell’amministrazione comunale. L’obiettivo del progetto, fin dalla sua nascita, era ed è tuttora quello di recuperare, attraverso il graffitismo, le aree metropolitane degradate, dismesse e meno valorizzate, ma anche il borgo antico.
Oggi le opere sono visibili in diversi quartieri e zone di Taranto Salinella, Tramontone, Paolo VI, Borgo e Città Vecchia, Sottopassaggio Via Ancona e Isola Madre.

L’opera di Chekos’s Art. Foto © T.R.U.st

La prima edizione è partita nel mese di settembre 2020 e ha visto la partecipazione di sei affermati street artist italiani ed europei. Il padovano Tony Gallo, il greco Dimitris Taxis, il leccese Checko’s Art e i romani Alice Pasquini e Uno hanno realizzato le loro opere nel quartiere Paolo VI. Cheone, artista di Milano ma con origini pugliesi, ha dipinto invece la facciata della biblioteca Acclavio in Piazzale Dante con un omaggio allo scrittore locale Alessandro Leogrande, cronista scomparso a 40 anni nel 2017, considerato un faro per l’impegno nel sociale e per le inchieste sull’illegalità nel Meridione, dal caporalato alla tratta degli schiavi nelle campagne del Sud.

Le opere di Tony Gallo e Alice Pasquini & Uno. Foto © T.R.U.st

Ben 16 street artisti, dal 15 al 30 settembre 2021, sono stati i protagonisti della seconda edizione di T.R.U.St. Tra questi, Belin, lo spagnolo fautore del post-neocubismo che segue nelle sue opere murali le orme di Picasso, Elisa Capdevila e le sue delicate trame pittoriche, le eroine femminili di Lidia Cao o la quotidiana intimità ritratta da Helen Bur. Con T.R.U.St. sono arrivati in Puglia anche le opere di 3ttman (Francia), Kraser, Marta Lapeña e Slim Safont (Spagna) e gli italiani Attorrep, Carlitops, Mr. Blob, Nico Skolp, Psiko e SteReal. A Taranto è arrivato anche il napoletano Jorit, ormai uno dei più noti artisti urbani, divenuto famoso in tutto il mondo per le cicatrici che “vestono” i suoi volti e che ormai abitano le facciate di tanti palazzi, ben oltre i confini italiani ed europei. La sua opera “Giorgio” è un omaggio a Giorgio Di Ponzio, vittima di un tumore a soli 15 anni, la cui storia è tragicamente legata allo stabilimento siderurgico ex Ilva. Il pescatore di Slim Safont è invece intento a navigare in solitaria le diverse sfumature di blu del Golfo di Taranto

Le opere di Slim Safont e Jorit. Foto © T.R.U.st

Il delfino tarantino, il cambiamento climatico e i volti di nomi cari alla città: altri undici street artist hanno rinnovato, con queste ed altre tematiche, il territorio urbano tarantino dall’11 ottobre al 13 novembre 2022, con la terza edizione di T.R.U.St.
Le nuove undici opere si sommano, così, alle ventidue già presenti, concludendo (almeno finora) un percorso espositivo sempre più articolato, collaborativo e diffuso. Tra loro, è arrivato in città Super A, alter ego dell’artista multidisciplinare olandese Stefan Thelen, tra i migliori street artist dei Paesi Bassi, che ha reinterpretato il Gatto con gli Stivali in forma “sbucciata”.

L’opera di Super A. Foto © T.R.U.st

Claudio Morne, insieme agli abitanti del quartiere Salinella, ha realizzato un omaggio alla giornalista Nadia Toffa per le inchieste da lei fatte sull’inquinamento cittadino. Vesod, uno degli artisti più in vista del panorama italiano ha realizzato un’opera immaginifica dedicata al rapporto tra la città e il mare. L’italiana Alessandra Carloni ha disegnato un’opera poetica e surrealista il cui soggetto principale è un gabbiano-pilota. L’iperrealista spagnolo Dadospuntocero ha focalizzato la sua opera sul tema del cambiamento climatico, mentre la spagnola Anna Taratiel (nota come Ovni) ha realizzato in forma geometrica una riflessione sull’ambiente. L’italiano Etsom ha rivisitato il simbolo della città, il delfino, e l’irlandese Aches ha creato una complessa opera con le tecniche dei sub-pixel.

Le opere di Etsom e Aches. Foto © T.R.U.st

Il murale di JDL tra i 10 più belli del mondo

Tra le opere protagoniste della terza edizione di T.R.U.St., c’è anche “L’amore è più forte della morte”, ideata e disegnata dall’artista olandese Judith de Leeuw – in arte JDL – su un palazzo del quartiere Paolo VI di Taranto. Dopo una selezione durata un anno, la community Street Art Cities ha individuato 100 murales in tutto il mondo e l’opera di JDL si è piazzata tra i 10 finalisti per il titolo di “Best Street Art of 2022 Awards”.

L’opera di JDL. Foto © T.R.U.st

I voti sono stati espressi dagli utenti di tutto il mondo attraverso l’app Street Art Cities. Il murale, dedicato al padre dell’artista, raffigura il corpo di una donna abbracciata dalle mani di un uomo senza volto. Si tratta di una riflessione sul senso della morte, sulla presenza e sulla permanenza nelle nostre vite da parte di chi scompare. Il concorso mondiale è stato poi vinto da un’opera realizzata dallo Studio Giftig a Tilburg in Olanda, ma il murale di JDL resta un grande motivo d’orgoglio per Taranto ed oggi è tra i più apprezzati e noti del mondo.

La realizzazione delle opere è stata accompagnata in ogni edizione da momenti di incontro tra gli artisti e la comunità jonica, oltre che da numerosi laboratori che hanno dato a studenti e bambini l’opportunità di partecipare attivamente alla realizzazione di opere creative. Perché l’arte è, innanzitutto, condivisione, incontro e scoperta e come scriveva Paul Klee: «L’arte non riproduce ciò che è visibile, ma rende visibile ciò che non sempre lo è».

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Di Mauro Orrico
Salentino di origine, romano di adozione, è laureato in Scienze Politiche (La Sapienza) con Master in Tutela Internazionale dei Diritti Umani. Ha lavorato per Rai3 e La7d. Da 16 anni è anche organizzatore di eventi culturali e musicali. Nel 2014 ha fondato FACE Magazine.it di cui è direttore editoriale. E’ responsabile della comunicazione di ‘In Viaggio a Roma’ e del progetto ‘Scienza, Sostantivo Femminile’..