Il fascino di fortezze e palazzi nobiliari, i profumi e gli scorci di Bari Vecchia. L’iconico Lungomare, il Castello Normanno-Svevo, la Cattedrale e i teatri storici, dal Petruzzelli al Piccinni.

Testo e foto: Mauro Orrico

«Bari vecchia è il bastimento tra cielo e mare, sempre pronta ad accogliere nella tempesta, sempre aperta ad Oriente, è il porto che abbraccia il Mediterraneo». Così il celebre archeologo e storico Michele Gervasio descriveva Bari e il suo mare. Perché il mare è l’anima del capoluogo pugliese. Dal mare viene la vita, vengono i commerci, gli scambi, così come le reliquie di San Nicola, protettore dei marinai e patrono della città. Il santo era originario di Myra, nell’attuale Turchia. Ora unisce nel suo culto cattolici e ortodossi che lo venerano in uno stesso splendido edificio, la Basilica di San Nicola, perché religioni differenti possono convivere nel segno di un uomo di pace. «Bari porta dell’Oriente, Bari accarezzata dall’Adriatico», sono invece le parole di Pier Paolo Pasolini.

A Bari ci si sente a casa: da questi vicoli stretti – che a tratti ricordano i mercati affollati d’Oriente o dell’Africa settentrionale – sono passati greci, romani, normanni, saraceni, francesi, e ognuno ha preso e dato qualcosa. Sono secoli di storie e transiti, perché le origini di Bari sono antichissime: i primi baresi si insediarono 4mila anni fa in quello che è l’attuale centro storico, il luogo ideale in cui iniziare il viaggio alla scoperta della città.

Il Centro Storico

Qui, nell’area più antica di Bari, scorre la vita sociale mondana di baresi e turisti, tra bistrot, locali e piccoli club. Ma non è sempre stato così: per molti anni, infatti, gli stessi abitanti hanno evitato di frequentarlo poiché insicuro. Il quartiere è divenuto, poi, il simbolo della rinascita della città, dove i visitatori affollano i vicoli, esplorano le chiese e ammirano l’antica arte della pasta fatta in casa, che le donne ancora oggi preparano sui banchetti, impastando le iconiche orecchiette tra gli sguardi dei passanti. Ce n’è per tutti i gusti, dalle più classiche a quelle di grano arso o quelle giganti. Ma sui banchi delle signore ci sono anche i taralli, una specialità pugliese ormai amata e gustata ovunque. Tra queste vie, passato e presente si mischiano per dare vita ad un’atmosfera senza tempo, in un luogo fatto di tradizioni, colori e sapori di una volta.

Nel centro storico, l’antica arte delle orecchiette

Proprio qui, nel cuore della Città Vecchia, si trova anche quel che resta della chiesa medievale del Buon Consiglio. In origine si chiamava Santa Maria del Popolo ma nel 946, a seguito di uno scontro tra popolani e nobili, cambiò nome in Mal Consiglio (che nel corso del tempo diventò Buon Consiglio). I resti oggi costituiscono un museo a cielo aperto nel quale ci sono non solo le 8 colonne, ma anche un muretto perimetrale che, insieme ai 2 pilastri e appunto le colonne, creano perfettamente l’idea delle tre navate di questa piccola chiesa, nonché della pianta originaria dell’antico edificio. Gli scavi effettuati negli anni ’80 hanno portato alla luce, oltre alla parete perimetrale della chiesa, anche degli affascinanti mosaici del pavimento, con delle raffigurazioni geometriche tipiche dell’epoca.

I resti della Chiesa del Buon Consiglio

Poco distante, la maestosa Basilica di San Nicola è un mirabile esempio di romanico pugliese. Cesare Brandi, storico dell’arte scrive che la basilica è stata costruita in modo che si veda dal mare, affinché incuta rispetto, orgoglio, nostalgia. Fu edificata fra il 1087 e il 1100, quando queste zone erano dominate dai normanni, per custodire le reliquie del Santo, trafugate a Myra, in Licia, da 62 marinai baresi e traslate nella città adriatica.

Basilica di San Nicola

La facciata in pietra calcarea è ornata da tre portali decorati, bifore, archetti, lesene e due torri laterali. L’interno, a croce latina, presenta un soffitto ligneo intagliato e dorato, con i dipinti seicenteschi di Carlo Rosa. La cripta di San Nicola è divisa in navate con 26 colonne sormontate da capitelli romanici. L’altare centrale conserva i resti del santo. La basilica è meta di pellegrinaggio anche dei fedeli cristiani ortodossi, che qui celebrano le proprie liturgie.

A pochi passi dalla Basilica, sempre nel cuore di Bari Vecchia, meritano di essere visitati l’imponente complesso monumentale di Santa Scolastica, scrigno prezioso di un’ampia collezione archeologica, costruito nel 755 in epoca carolingia, attualmente in fase di restauro, e il Museo Civico che racchiude la donazione della famiglia Tanzi.



Il Castello Svevo

Storicamente attribuito al re normanno Ruggero II, il Castello Normanno – Svevo sorse nel 1131 su preesistenti strutture abitative bizantine e, dopo il duro intervento di Guglielmo I il Malo, venne recuperato da Federico II di Svevia tra il 1233 e il 1240. Nel XVI secolo, Isabella D’Aragona e la figlia Bona Sforza trasformarono radicalmente il Castello, adeguandolo allo sviluppo dell’artiglieria pesante con la costruzione di una possente cinta muraria bastionata intorno al nucleo normanno svevo. Al suo interno, il Castello assume l’aspetto di una dimora rinascimentale, con un’elegante e scenografica doppia rampa di scale che collega il pian terreno ai grandi saloni del piano nobile.

Il Castello Normanno-Svevo

Dopo i recenti lavori di restauro, terminati nell’ottobre 2017, oggi il Castello di Bari è sede di mostre permanenti e temporanee e fino al prossimo 23 luglio, ospita la grande mostra “Antichi popoli di Puglia. L’archeologia racconta“, prorogata dopo il grande successo di pubblico, con gli oltre 50mila visitatori, raggiunti in poco meno di tre mesi. Come ci ha raccontato il direttore del Sistema Musei di Puglia Luca Mercuri, «il Castello di Bari va incontro a un riallestimento generale delle collezioni, che si concluderà entro la fine dell’anno. Il primo step, pronto tra qualche giorno, sarà un nuovo percorso di fruizione e valorizzazione delle aree archeologiche. Suggestivi allestimenti multimediali contribuiranno a migliorare l’accessibilità di tali spazi».

La Cattedrale

A pochi passi dal Castello Normanno-Svevo e collegata alla Basilica di San Nicola, la Cattedrale di Bari (o di San Sabino) si erge imponente in piazza dell’Odegitria, nel cuore della città vecchia. Sorta intorno al 1100 sulle rovine del Duomo bizantino distrutto dal normanno Guglielmo il Malo, la Cattedrale è uno dei più fulgidi esempi di architettura romanico pugliese a Bari. La sua facciata in luminosa pietra calcarea è ornata da archetti, lesene e un rosone dalla ghiera istoriata. L’interno a tre navate, spogliato dagli stucchi barocchi all’inizio del Novecento, è solenne e armonioso. Sotto il transetto si trova la cripta, con l’icona della Vergine Odegitria, cui la chiesa era dedicata anticamente, le reliquie di San Sabino e Santa Colomba.

Cattedrale di San Sabino

Ogni anno, il 21 giugno, nel giorno del solstizio d’estate, nella cattedrale avviene un fenomeno insolito, scoperto solo di recente, nel 2005 dopo i lavori di restauro: intorno alle 17, i raggi solari che penetrano dai 18 spicchi del rosone della facciata vanno a combaciare perfettamente con i petali della rosa che orna il pavimento della navata. Da allora, questa ‘magia’ porta ogni anno fedeli, curiosi e turisti ad osservare questo spettacolo unico e suggestivo.

I Teatri storici

Risplendono nel cuore di Bari i suoi teatri storici, che dagli anni ’20 in poi, hanno reso la città uno dei centri teatrali più famosi d’Italia. Tra tutti, è probabilmente il simbolo della città l’incantevole Teatro Petruzzelli, che dopo essere stato distrutto dall’incendio del 1991, è stato ricostruito e nel 2009, finalmente, riconsegnato alla città. Costruito a partire dal 1898 per volontà dei fratelli Petruzzelli, il teatro venne inaugurato solo quattro anni dopo, il 14 febbraio 1903, con “Gli Ugonotti” di Giacomo Meyerbeer. Il Teatro può accogliere 1482 spettatori ed oggi è il quarto più grande d’Italia.

Il Teatro Petruzzelli

Il Teatro Petruzzelli è nel cuore del quartiere Murat, l’area di Bari estesa a ridosso dell’antica città medievale. Il quartiere prese il nome da Gioacchino Murat (1767-1815), maresciallo di Napoleone Bonaparte, che ne commissionò i lavori e ne inaugurò la costruzione. Qui si trovano molti capolavori architettonici dell’inizio del XX secolo, tra palazzi e i teatri storici. Oltre al Petruzzelli, infatti, il quartiere ospita il Teatro Piccinni, il più antico della città con il suo Auditorium dedicato al compositore milanese Nino Rota, il Kursaal Santalucia, con la sua splendida facciata in stile liberty, realizzato nel 1925 e punto di riferimento culturale e sociale della comunità barese.

Il Teatro Piccinni e il Kursaal Santalucia

Costruito tra il 1912 e il 1914 su una palafitta e, inizialmente, fatto di legno, il Teatro Margherita, invece, nacque sul mare per sovvertire l’ordinanza comunale dell’epoca (concordata con la famiglia dei Petruzzelli, proprietari del teatro cittadino più famoso), che impediva la costruzione di nuovi teatri sul suolo comunale. Dopo l’incendio del 1911, fu riedificato in cemento armato e ancora oggi detiene un record: è l’unico teatro d’Europa per questa particolare costruzione su palafitte. Oggi è un centro dedicato alle mostre di arte contemporanea e attualmente è in fase di restauro.

Il Teatro Margherita

I Palazzi storici

Sontuose facciate, eleganti cortili, raffinati saloni e imponenti portoni: i palazzi storici nobiliari di Bari sono uno scrigno di tesori inesauribile. Sono concentrati nella città Vecchia, ma soprattutto nel Quartiere Murattiano. I palazzi raccontano la storia e l’anima delle famiglie che hanno fatto grande la città fin dall’epoca delle crociate. Come Palazzo Fizzarotti, che prende il nome dal banchiere leccese di nascita e barese di adozione, che lo portò a termine mei primi del ‘900 dopo che a metà dell’800 erano stati edificati il piano terra e il primo piano e che voleva che fosse ispirato al palazzo ducale di Venezia. Incantano i passanti Palazzo Mincuzzi, costruzione liberty che si staglia dal 1928 all’angolo con via Putignani, Palazzo Diana all’angolo di piazza Massari, l’imponente Palazzo della Prefettura di fronte al politeama, di severo stile neoclassico. Il Palazzo dell’Acquedotto Pugliese (o Palazzo dell’Acqua), invece, fu progettato nel 1924 dall’ingegnere Cesare Brunetti e terminato nel 1932. Lo stile architettonico del palazzo si ispira al romanico pugliese dei più famosi monumenti della Puglia. L’interno è impreziosito da una ricca galleria di dipinti murali, sculture, mobili e altri fregi, tutti ispirati al mondo dell’acqua, frutto del genio di Duilio Cambellotti.
In via Benedetto Cairoli 85, tra gli edifici più misteriosi, affascinanti ed eleganti di Bari, Palazzo Ingami Scalvini, esempio superbo di architettura eclettica, conferisce a quest’angolo del quartiere Murat un tocco di immaginario medioevale con le sue facciate popolate da bestie, fiere e draghi. Fu costruito nel 1924 per volere dell’ingegnere Ulrico Ingami, con le decorazioni interne di Mario Prayer.

Palazzo Ingami Scalvini

L’imponente Palazzo Barone Ferrara in corso Vittorio Emanuele II 102 custodisce una curiosa chiesetta neo-gotica: è ciò che rimane di quella che un tempo era la cappella privata annessa al palazzo fatto innalzare nella prima metà del 1800 dal barone Ferrara su progetto dell’architetto bitontino Luigi Castellucci e ora sede di una banca. Il prospetto della chiesetta è l’unico pezzo che ha resistito fino a oggi, mantenendo in buona parte l’aspetto originario.

L’ex cappella di Palazzo Barone Ferrara

Bari sotterranea

Sotto alla Bari moderna, che tutti conoscono, c’è una Bari sotterranea, poco conosciuta ai più. La visita archeologica ha la durata di 2 ore e si può effettuare solo su prenotazione. Il suggestivo percorso tra le principali aree archeologiche della città di Bari, prende avvio dal Castello Normanno-Svevo, tra le cui fondamenta si celano i resti dell’abitato bizantino del decimo secolo, per proseguire verso il cosiddetto Succorpo della Cattedrale di Bari e concludersi nei sotterranei di Palazzo Simi, sede del Centro operativo per l’Archeologia di Bari. La città vissuta nel sottosuolo è un mondo sorprendente e in gran parte sconosciuto, cuore pulsante di un passato che ci racconta le origini delle meraviglie di Bari e non smette di stupire e conquistare.

Per un lungo week end o poco più in città, vale la pena non perdere anche la Pinacoteca e il Planetario di Bari, il Museo San Nicola e la Chiesa russa di San Nicola, di culto ortodosso russo, risalente agli inizi del XX secolo, in corso Benedetto Croce, nel cuore del quartiere Carrassi.

Chiesa russa di San Nicola. Foto © Antonio Leo


Bari: cosa vedere

• Castello Normanno-Svevo
• Vicoli di Bari Vecchia
• Basilica di San Nicola
• Cattedrale di San Sabino
• Museo Archeologico Nazionale – Complesso di Santa Scolastica
• Museo Civico di Bari
• Teatro Petruzzelli
• Teatro Margherita
• Teatro Piccinni
• Teatro Kursaal Santalucia
• Bari Sotterranea
• Chiesa russa di San Nicola
• Museo civico di Palazzo Simi
• Pinacoteca di Bari
• Planetario di Bari
• Museo San Nicola di Bari
• Palazzi storici: Palazzo dell’Acqua, Palazzo Fizzarotti, Palazzo Ingami Scalvini

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Di Mauro Orrico
Salentino di origine, romano di adozione, è laureato in Scienze Politiche (La Sapienza) con Master in Tutela Internazionale dei Diritti Umani. Ha lavorato per Rai3 e La7d. Da 16 anni è anche organizzatore di eventi culturali e musicali. Nel 2014 ha fondato FACE Magazine.it di cui è direttore editoriale. E’ responsabile della comunicazione di ‘In Viaggio a Roma’ e del progetto ‘Scienza, Sostantivo Femminile’..