In viaggio tra Barletta, Andria e Trani alla scoperta di luoghi storici, suggestioni, itinerari, tra passato, presente e futuro.

Di Gustavo Marco P. Cipolla
Foto di Mauro Orrico

Nella zona centro-settentrionale della Puglia, “BAT” è l’unica provincia italiana che comprende più capoluoghi. Una triade di piccole città, tutte incantevoli, bagnate dalle acque del Mar Adriatico. Lungo un itinerario che inizia dal Nord, Barletta, la “Città della disfida”, è la prima delle tre “concittadine”, un centro che affonda le sue radici in un’epoca assai remota, risalente all’età romana. Storicamente è così chiamata in relazione alla disfida cavalleresca del 1503 che vide scontrarsi 13 cavalieri italiani condotti da Ettore Fieramosca contro 13 nemici francesi, durante le guerre franco-spagnole. Situata a ridosso del mare, Piazza Disfida accoglie un monumento dedicato ai condottieri italici. Non distante si trova l’omonima Cantina, il luogo dove si narra avvenne l’offesa da parte dei cugini d’Oltralpe ai soldati e che, poi, sfociò nell’affronto. Proseguendo, si giunge a Palazzo della Marra, unico esempio di stile barocco distante dal Salento e residenza di diverse famiglie aristocratiche locali. Attualmente ospita la Pinacoteca Giuseppe De Nittis, una collezione di 170 opere dell’artista barlettano, esponente della corrente artistica impressionista.

Tuttavia, la disfida di Barletta non è l’unico avvenimento distintivo della cittadina che è nota anche per il Colosso di Eraclio, detto Arè in dialetto cittadino, una gigantesca statua di bronzo situata di fianco alla celebre Basilica del Santo Sepolcro. La leggenda vuole che la scultura bronzea, plasmata a Costantinopoli da Polifobo, fu rubata dai veneziani nel 1204 e portata via su un veliero. Gettata per alleggerire la navigazione, fu ritrovata da un pescatore locale su uno scoglio e trattata come un dono delle acque adriatiche, divenendo quasi un simbolo di protezione.

Barletta, Castello Svevo. Foto © Mauro Orrico

Vicino al colosso, la Basilica collegiata del Santo Sepolcro è una delle più famose e affascinanti strutture religiose: costruita sui resti di una abbazia medievale, è stata oggetto di numerosi rifacimenti architettonici successivi. In stile gotico temperato, la bellezza della facciata esterna è solo un preludio di quella interiore: forte il legame con Gerusalemme, caratteristica che attrae numerosissimi pellegrini in ogni momento dell’anno, perché preserva alcune reliquie provenienti dal Sacro Sepolcro della Terra Santa.

Altrettanto monumentale è la Cattedrale romanica dedicata a Santa Maria Maggiore situata nel cuore del centro storico barlettano. Passeggiando nel borgo antico sarà impossibile non notarla poiché il suo campanile svetta maestoso. Edificata su una precedente chiesa paleocristiana del XII secolo, fu poi ampliata nel Trecento. La sua facciata riporta una fusione di stili, dal romanico al gotico fino al rinascimentale, legati in maniera perfettamente armonica. Di grande fascino è la cripta sotterranea: qui si può vedere ciò che resta del periodo paleocristiano, senza dubbi un tesoro di altissimo pregio. Alle spalle della Cattedrale, si erge maestoso il Castello di Barletta, una vera e propria fortezza, fatta edificare in epoca normanna da Federico II di Svevia. L’attuale architettura, però, è frutto delle modifiche strutturali volute da re Carlo V nel Cinquecento. Il monarca, oltre ai quattro bastioni angolari a lancia, vi fece costruire delle aperture di fuoco disposte sulle cortine. Negli spazi interni è presente la biblioteca comunale “Sabino Loffredo” e dopo i lavori di restauro, cominciati nel 1970, il castello si è trasformato in un sito di interesse culturale che accoglie tantissimi eventi tra le sue mura.

Meta imperdibile dove passeggiare inebriati dal profumo della salsedine, e coccolati dalla lieve brezza marina, è il Lungomare Pietro Mennea dedicato al celebre atleta a cui Barletta diede i natali: diviso in litoranea di Ponente e di Levante, è lungo oltre 10 km, con spiagge di sabbia fine e molto ampie.

Castel Del Monte. Foto © M.Orrico

È la seconda delle tre concittadine dove sorge l’iconico Castel del Monte: Andria, a pochi chilometri di distanza dalle spiagge e immersa nella murgia pugliese. Si tratta della città che risente fortemente dell’influenza normanna sul territorio, conservando numerosi monumenti storici, artistici e architettonici. Edificato nel 1240 per volere di Federico II di Svevia su una collina poco distante dal centro abitato, Castel del Monte è noto in tutto il mondo per la sua impareggiabile estetica: un vero e proprio capolavoro dell’architettura militare del Medioevo che, patrimonio mondiale dell’Unesco dal 1996, riflette la piena educazione culturale del suo fondatore. Inoltre, curioso particolare, l’essere stato coniato sulla moneta da 1 centesimo di euro. Continuando il tuffo nella storia delle Crociate, per gli appassionati dei Templari varrà la pena visitare la Chiesa di Sant’Agostino, uno dei luoghi di culto più antichi di Andria. Fu costruita nel 1200 dai Cavalieri Teutonici laddove esisteva già una cappella dedicata a San Martino, o forse a San Leonardo, patroni dei tedeschi. Il portale d’ingresso è considerato, per la sua valenza artistica, “monumento nazionale”. Dalle architetture storiche a quelle sacre: è la Cattedrale di Santa Maria Assunta, risalente alla fine dell’XI secolo, visitabile assieme alla cripta, chiamata anche San Pietro in Cattedrale, risalente al VII secolo. Qui sono custodite le tombe delle due mogli di Federico II, Isabella d’Inghilterra e Jolanda di Brienne, le reliquie di San Riccardo e della Sacra Spina di Gesù, uno dei suoi gioielli più preziosi.
Incanta i visitatori anche il suggestivo Chiostro di San Francesco, costruito insieme a tutto il complesso monastico pochi anni dopo la morte del santo di Assisi per volere di Federico II di Svevia.

Andria, Cattedrale e Chiostro di San Francesco. Foto © M.Orrico

E, ancora, da non perdere il Santuario di Santa Maria dei Miracoli, un complesso costruito all’incirca nel Cinquecento e composto dalla chiesa rupestre di Santa Margherita, quella della Crocifissione, nota per gli affascinanti affreschi che la riempiono totalmente, e la Basilica dell’architetto Cosimo Fanzago. Poi, un altro tempio di culto, ma del gusto: è il Museo del Confetto situato in pieno centro: durante i dolci percorsi gastronomici si scopre il dietro le quinte della produzione dei dolciumi, variando dalle prelibate mandorle alle nocciole e assaggiando il ripieno al liquore per un’esperienza immersiva e dal sapore senza tempo.

Bagnata dall’Adriatico, Trani chiude la terna di BAT. Elegante, onirica, è un libro da sfogliare a cielo aperto. Il nucleo originario nasce sul vecchio porto naturale dalla vista spettacolare, oggi fulcro della movida notturna: un quartiere ebraico ribattezzato Giudecca, agglomerato antichissimo e abitato dai Romani. Sede di varie attività commerciali e finanziarie, ospitava ben quattro sinagoghe, ridotte a due in seguito alla persecuzione razionale tra XV e XVI secolo. Purtroppo, si possono visitare solo la Sinagoga Scolagrande e Santa Maria di Scolanova, trasformata però in chiesa cattolica con un’area museale.

Trani, Cattedrale. Foto © M.Orrico

Di stampo normanno, la Cattedrale di Trani mostra il classico tufo calcareo bianco e una raffinata semplicità che si rifà nel campanile alto quasi 60 metri. La vista mozzafiato regala un’emozione unica. Dentro, invece, la sensazione di grandiosità è incredibile: è formata da un trittico di costruzioni, dalla chiesa superiore dedicata al patrono San Nicola Pellegrino, alla cripta inferiore del XII secolo che conserva splendidi dipinti murari e, infine, l’Ipogeo di San Leucio, primo vescovo di Brindisi.

Trani, Chiesa di San Nicola Pellegrino e Castello Svevo. Foto © M.Orrico

Dalla parte opposta del porto, di fronte alla cattedrale, si innalzano, invece, la Chiesa di Santa Maria del Carmine e il fortino di Sant’Antonio, zona di piacevole passeggio pedonale con uno dei migliori ristoranti affacciati sulle acque adriatiche. La Villa Comunale è la “Green zone” urbana con il suo l’acquario restaurato di recente. Il Lungomare Cristoforo Colombo si specchia nel Castello Svevo, edificato in una posizione strategica a ridosso del mare, i cui bassi fondali hanno sempre costituito un’ottima difesa naturale, sia dalle onde sia da eventuali attacchi bellici. Di pianta quadrangolare, nel corso dei secoli la sua pianta è stata modificata svariate volte finché, nell’Ottocento, divenne una prigione.

“BAT” è un bacino di tradizioni, racconti e atmosfere d’antan che volano fino all’Altopiano murgese, in una fusione perfetta tra passato, presente e futuro.

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Di Gustavo Marco Cipolla
Calabrese, della sua terra porta con sé il ricordo e l’abitudine di tornare se ne ha voglia. Arte, Musica e Moda sono le tre (dis)grazie che lo accompagnano. Una laurea in Relazioni Internazionali, due master in giornalismo, tanti corsi e (ri)corsi di specializzazione, ma non ha ancora finito di imparare. E non finirà mai.