Dalla libera vendita di organi alla guerra all’aborto: il populista ultra-liberista ha conquistato l’Argentina con il 55,6% e ha sconfitto il peronista Sergio Massa, fermo al 44%.

La Redazione

Il prossimo 10 dicembre, nella Giornata Mondiale dei Diritti Umani, Javier Milei sarà insediato Presidente e guiderà un governo che, per la prima volta, sarà composto da alcuni esponenti che non condannano la dittatura che ha attuato il terrorismo di stato, tra il 1976 e il 1983. Alle elezioni del 19 novembre, il candidato ultra-liberista de La Libertad Avanza ha preso il 55,6% dei voti al ballottaggio. Sergio Massa, lo sfidante peronista, si è fermato poco sotto il 45%.

Milei, 52 anni, è un economista libertario e ultraconservatore, ma si auto-definisce “liberale”. Dopo anni di lavoro nelle aziende di Eduardo Eurnekián, imprenditore molto legato ai governi Kirchner, Milei ha deciso di scendere in campo. Milei si è imposto all’attenzione dei media tramite un discorso di taglio populista, con due strategie molto chiare: attaccare la “casta politica” e proporre la dollarizzazione del Paese.

Foto © Facebook – Javier Milei

Oggi l’Argentina vive una delle crisi più gravi della sua storia, con l’inflazione cresciuta del 140% in un anno. Così la ricetta di Milei ha stravinto nel Paese. Le misure economiche promesse dal neopresidente argentino sono radicali: taglio delle tasse, privatizzazione di scuola e sanità (ma ha smentito alla vigilia del voto), dollaro come moneta ufficiale e chiusura della Banca Centrale.
Inoltre, da tempo il candidato apre alla compra-vendita degli organi. «Se uno vende un organo perché altrimenti rischia di morire di fame, allora morirà lo stesso, ma così almeno salva una vita». Ma Milei si è spinto ben oltre: alla recente domanda del giornalista Ernesto Tenembaum sulla vendita dei minorenni, il neo presidente ha risposto: «Dipende».

Milei, inoltre, nega la crisi climatica, difende il libero possesso delle armi e si è detto contrario al matrimonio, sia per omosessuali che per eterosessuali.

Milei si pronuncia contro l’aborto, che in Argentina è legale dal 2020 e propone un referendum abrogativo della legge dell’IVG: «L’aborto è un omicidio aggravato dal vincolo di sangue», assicura.
Il programma elettorale de La Libertad Avanza (LLA) non tocca i temi Lgbtq+, ma propone di eliminare dalle scuole l’obbligatorietà dell’ESi, l’Educazione Sessuale Integrale, un corso che in realtà ha consentito a numerosi bambini di identificare situazioni di abusi e pedofilia grazie ai contenuti imparati a scuola.