La variante Delta già prima di agosto potrebbe rappresentare il 90% del virus in Europa. In Italia oggi è già al 30% dei casi, ma la doppia dose di vaccino è efficace, come dimostrano i casi di Regno Unito e Israele dove aumentano i contagi, ma non i morti e i ricoveri.

Esprime preoccupazioni, ma anche qualche rassicurazione, Andrea Ammon, direttore dell’Ecdc europeo (il centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie): “Basandoci sulle evidenze ora disponibili, la variante Delta è più trasmissibile delle altre varianti in circolazione e stimiamo che entro la fine di agosto rappresenterà il 90% del virus SARS-CoV-2 in circolazione in Europa”.
“Sfortunatamente, i dati preliminari mostrano che può infettare individui che hanno ricevuto solo una dose dei vaccini ad oggi disponibili. È molto probabile che la variante Delta circolerà estesamente durante l’estate, in particolare tra individui giovani che non sono ancora stati raggiunti dalla vaccinazione. Ciò potrebbe far correre il rischio agli individui più fragili di venire infettati e sviluppare forme gravi della malattia, anche il decesso, se non sono completamente vaccinati”. “La buona notizia è che aver ricevuto due dosi di qualsiasi vaccino oggi disponibile fornisce un’alta protezione contro questa variante e le sue conseguenze. Tuttavia, circa il 30% di individui con più di 80 anni e circa il 40% di individui con più di 60 anni non ha ancora ricevuto una piena vaccinazione in Europa” dichiara Ammon.
“È importante progredire con la campagna vaccinale a un ritmo elevato. A questo punto diventa cruciale che la seconda dose venga somministrata all’interno dell’intervallo minimo autorizzato dalla prima dose, per velocizzare il ritmo a cui gli individui vulnerabili vengono protetti”.
Anche in Italia la Delta sta velocemente crescendo: oggi costituisce il 30% dei nuovi casi. Sul rischio che quattro regioni (Sicilia, Campania, Marche e Abruzzo) possano entrare in zona gialla, il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri getta acqua sul fuoco: «Al momento non vedo, con i numeri attuali, la necessità di un ritorno di alcune regioni in zona gialla. A oggi non c’è questo rischio, ma vediamo cosa accade nelle prossime settimane», ha detto il sottosegretario. «Abbiamo numeri bassi e non vedo al momento neanche il ritorno di restrizioni».

La variante Delta nel Regno Unito

Nel Regno Unito, la variante Delta (B.1.617.2, individuata per la prima volta in India lo scorso dicembre) è ormai responsabile di oltre il 90% dei nuovi contagi. Si stima che Delta sia complessivamente oltre 2 volte più trasmissibile delle prime forme del virus. Sebbene i casi stiano aumentando molto (in media di 25mila al giorno nelle ultime giornate), non risultano aumenti di morti e ricoveri, grazie al fatto che il 49% della popolazione ha concluso il ciclo vaccinale.

Sulle variazioni non c’è da stupirsi: i virus mutano e le varianti di maggior successo vengono premiate dalla selezione naturale. Sono 9 in particolare le mutazioni di Delta che i genetisti stanno tenendo sott’occhio, riporta Science, la maggior parte già note perché presenti anche in altre varianti.

Quanto aiutano i vaccini?

Ad oggi i dati relativi all’efficacia delle due dosi di vaccini contro la variante Delta sono incoraggianti. I dati provenienti dal Regno Unito dicono in particolare che i vaccini di Pfizer/BioNTech (a mRna) e quello di AstraZeneca (ad adenovirus) rimangono altamente efficaci nel prevenire la comparsa di sintomi di Covid-19: Pfizer/BioNTech raggiungeva il 93% con Alfa e si mantiene all’88% con Delta; AstraZeneca raggiungeva il 66% con Alfa e si mantiene al 60% con Delta. L’efficacia contro forme gravi della malattia sarebbe ancora maggiore, riporta The Guardian: 96% per Pfizer/BioNTech e 92% per AstraZeneca.

Il problema emerge con una sola somministrazione: Pfizer/BioNTech e Astrazeneca davano il 50% di protezione immunitaria con la variante Alfa, danno solo il 33% con la Delta.

Perché anche i vaccinati si infettano?

I vaccini Pfizer e AstraZeneca proteggono rispettivamente 8 persone su 10 e 6 persone su 10 contro l’infezione da variante Delta, pertanto è ragionevole aspettarsi qualche caso di infezione anche tra i vaccinati.

Come già detto, però, la vaccinazione completa è fondamentale, come dimostra il caso – già citato – del Regno Unito e quello di Israele. Qui, l’85% della popolazione è vaccinata e sono stati registrati alcuni casi (ma contenuti) di infezione da Delta anche tra i vaccinati, ma in assenza di vaccinazioni la popolazione verrebbe travolta da una nuova ondata di variante Delta, cosa che non si sta verificando, proprio grazie ai vaccini.

La variante Delta nel mondo

La variante Delta si sta diffondendo rapidamente anche negli Stati Uniti, dove la prevalenza della Alfa è passata dal 70% al 40% tra aprile e metà giugno. Altri Paesi come Russia e Indonesia stanno registrando un aumento dei contagi. In Australia e Portogallo sono state adottate restrizioni agli spostamenti, ma chi rischia drammaticamente di venire travolto dall’ondata di variante Delta sono i Paesi più poveri in cui le campagne vaccinali devono ancora decollare. Meno del 5% della popolazione in Africa ha ricevuto una dose di vaccino e l’obiettivo di vaccinare almeno il 10% del continente entro settembre verrà sicuramente mancato.