Senza mazzolino di menta è quasi impossibile entrare nelle concerie del Marocco, pilastro di artigianato e attrazione che resiste nei secoli. Marrakech è un universo dal fascino travolgente, un mondo in cui si respira un’atmosfera magica, quasi fiabesca. Ai margini dalla medina c’è una città nella città:il quartiere delle concerie sorge lungo il torrente Oued Issil, che scorre oltre la splendida Bab Debbagh, detta anche ‘porta dei conciatori’. Si arriva in taxi, per pochi dirham, la moneta locale. Le sedicenti guide vendono mazzetti di menta, in cambio di un breve tour nel cuore del Marocco più antico e vero.

Il trattamento delle pelli è un rito antichissimo in Marocco ed è rimasto pressoché invariato dal Medioevo. Il procedimento dura ben 20 giorni: si scuoiano mucche, capre, pecore e cammelli. Le pelli vengono poste in una vasca di acqua e sangue, per rinforzarle. Inizia poi il trattamento per la colorazione: per 15 giorni resteranno immerse nell’urina degli animali e negli escrementi dei piccioni per ammorbidirle, grazie all’acido ossalico naturale, che nelle concerie artificiali viene sintetizzato in laboratorio ed utilizzato come sbiancante.

Le concerie, o tannaries, riforniscono tutta la città e non solo, sfornando montagne di prodotti finiti che più artigianali non si può: borse, sandali, cinture e babbucce di alta qualità. Tutto ciò che anima i vicoli della città vecchia è prodotto in questi enormi cortili a cielo aperto pregni di vecchi saperi, tra arte antica e vita reale.

Nasce qui, tra i vicoli della Medina di Marrakech, l’eleganza “senza compromessi” e lo stile unico, quello marocchino, che conquistò a prima vista Yves Saint Laurent cinquant’anni fa.

Di Mauro Orrico
Salentino di origine, romano di adozione, è laureato in Scienze Politiche (La Sapienza) con Master in Tutela Internazionale dei Diritti Umani. Ha lavorato per Rai3 e La7d. Da 12 anni è anche organizzatore di eventi di musica elettronica e cultura indipendente. Nel 2014 ha fondato FACE Magazine.it di cui è direttore editoriale..