Il raid israeliano sul campo profughi di Al-Maghazi nella Striscia di Gaza ha causato almeno 70 morti: è stata la notte più sanguinosa dall’inizio della guerra. Hamas boccia il piano di pace egiziano. L’appello del papa contro il traffico di armi.

La Redazione

È un Natale di sangue e morte quello di Gaza. Nella notte, l’esercito israeliano ha attaccato il nord e centro della Striscia, in particolare il campo profughi di Al Maghazi. È stata una delle notti più sanguinose di queste 11 settimane di guerra. I primi bilanci riportano oltre 70 morti, ma il dato è destinato ad aumentare: le immagini che arrivano sono quelle di corpi straziati sotto le macerie, donne e bambini uccisi, mentre si scava anche con le mani per recuperare i corpi. Altri attacchi sono avvenuti anche nella vicina zona di Khan Younis e verso Rafah, nei pressi del confine con l’Egitto. «Gli israeliani spingono la popolazione verso quelle che definiscono “zone sicure”, ma in realtà non ci sono più quartieri che non vengano colpiti», ripetono i funzionari dell’Onu locali. E anche le ambulanze non riescono a passare e spesso restano bloccate tra le macerie.

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Finora, secondo il ministero della Sanità controllato da Hamas, i morti palestinesi sono ormai oltre 20.400, di cui almeno 8mila bambini, i feriti più di 53.000. Il numero dei militari israeliani morti nel conflitto invece supera i 160, mentre non è chiaro quanti ostaggi siano ancora in vita.

Hamas boccia il piano di pace egiziano

Hamas e la Jihad islamica avrebbero bocciato il piano di pace in tre punti proposto ieri dalle autorità egiziane. Lo riporta l’agenzia Reuters. Il piano tra le altre cose prevedeva elezioni nella Striscia e in Cisgiordania dopo la nascita di un governo tecnico con la garanzia che i membri di Hamas non sarebbero stati processati per gli attacchi del 7 ottobre.
Intanto Israele ha negato il visto a due funzionari dell’Onu, perché non vuole “lavorare con chi coopera con la propaganda di Hamas”, ha scritto su X il ministro degli Esteri israeliano, Eli Cohen.

L’appello del papa

Nel giorno di Natale, il Pontefice ha lanciato un appello contro il traffico di armi e per la risoluzioni dei conflitti in corso: «Quante stragi di innocenti nel mondo. Per dire no alla guerra, bisogna dire no alle armi; quante stragi armate avvengono in un silenzio assordante, all’insaputa di tanti. Quanti soldi pubblici sono destinati agli armamenti», ha detto durante la benedizione Urbi et orbi. Il papa ha pregato per le popolazioni in guerra di Gaza, Ucraina, Siria, Libano, Yemen, Corea, Africa.

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