I lavoratori e le lavoratrici dello spettacolo sono scesi in strada, tra proteste e sit in in tutta Italia. A Bari 130 tombe in piazza: “Lo spettacolo sta morendo, serve programmazione e certezze”.

“Ci stanno uccidendo e abbiamo deciso di mettere in scena la morte del settore dello spettacolo”. Venerdì, in piazza Prefettura a Bari sono comparse 130 tombe bianche, ognuna con sopra un faro, un monitor, una consolle, un proiettore, una luce. Strumenti fermi da oltre un anno perché sono 13 mesi che lo spettacolo dal vivo è sospeso a causa delle misure anti-Covid. Il sit in pugliese è stato organizzato da Fedas Puglia. Il presidente Pino Loconsole non ha usato giri di parole: “Il nostro settore sta morendo e per questo abbiamo deciso di rappresentarlo nella maniera più estrema, facendo vedere le nostre attrezzature e i nostri investimenti che ormai sono inutili e si avviano a una morte certa se qualcosa non verrà fatta”.

La protesta di Bari è avvenuta nelle stesse ore in cui in tutta Italia i lavoratori e le lavoratrici dello spettacolo sono scesi in piazza per protestare contro l’assenza di sostegni economici concreti e per una riforma del settore, non più rinviabile, che garantisca diritti, tutele e dignità, perchè “la cultura non è un hobby, ma un lavoro”. Al governo, il settore – tra i più colpiti dall’emergenza sanitaria – chiede soprattutto di poter ripartire in sicurezza, con una programmazione e regole chiare in vista dell’estate.

Foto © facebook.com/FederazioneAziendeSpettacolo

Si chiedono ristori immediati, dunque, perché finora gli aiuti sono stati davvero pochi, ma anche la riapertura di teatri e cinema, perché i lavoratori dello spettacolo hanno soprattutto bisogno di tornare a lavorare. “Cultura Whatever it takes” hanno scandito i manifestanti romani, tra chi ha ricordato che “si può andare nei centri commerciali e si può andare a Messa, ma al teatro no”. Non sono mancate le critiche al ministro della cultura Franceschini, che sì, si è espresso a favore della riapertura di cinema e teatri, “ma con la Netflix della cultura incoraggia lo streaming”.