Dal Premierato al Mes, nel consueto appuntamento di fine anno la premier Meloni ha dato 42 risposte, tra falsità e parole vaghe o fuorvianti. Il nostro ‘fact checking’.

Di Mauro Orrico

Nel tradizionale incontro con i giornalisti, rinviato dalla fine dell’anno alla prima settimana di gennaio per motivi di salute, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, in oltre tre ore, ha risposto a 42 domande dei giornalisti. Dalle opposizioni, la reazione è stata unanime: “dalla premier solo bugie”. Ecco il nostro fact checking dei principali temi su cui Meloni ha espresso parole errate o fuorvianti.

“Abbiamo diminuito le tasse tagliando la spesa”
Falso. Le tasse non diminuiscono e aumenta la spesa pubblica di 15 miliardi. Per le partite Iva, in paricolare, nel 2024 la tassazione aumenterà per tutti i redditi inferiori a 80mila euro.

“Siamo il primo Governo che ha tassato le banche”
Falso. La tassazione sugli extraprofitti bancari non c’è stata e ad oggi, nessun istituto di credito ha versato allo Stato più denaro rispetto al passato.

“La crescita italiana sarà superiore a quella europea”
Falso. Per la Commissione UE, la crescita media in Europa per il 2024 sarà dell’1,3%, mentre quella italiana solo dello 0,9%.

“Avremo la prima mappatura delle nostre coste”
Falso. Sul tema delle concessioni balneari, c’è lo stallo totale, nonostante le ripetute richieste dell’Ue rivolte all’Italia. Dal 2016 sono state fatte varie mappature, ma nulla è cambiato. L’unica novità è la circolare del ministero delle Infrastrutture che taglia il canone del 4,5%: il canone minimo sarà di 3.225,5 euro annui. Una cifra irrisoria rispetto agli incassi medi: basti pensare che nel 2023 ogni stabilimento ha guadagnato in media 260mila euro.

“Il premierato non tocca i poteri del Capo dello Stato”
Falso. La riforma del governo Meloni prevede che il Presidente della Repubblica non avrà più il potere di nominare il premier e i senatori a vita e rimarrà solo il ruolo di rappresentanza.

“La questione MES sarà l’occasione per rivedere il trattato”
Falso. L’Italia è venuta meno ai patti con l’Unione Europea, scegliendo l’isolamento politico, e la ratifica del trattato è anteposta alla possibilità di nuove modifiche, come hanno spiegato chiaramente tutti i principali dirigenti delle strutture legate al MES.

“Dimissioni dei ministri solo in casa di condanna”
In merito alle numerose inchieste che coinvolgono ministri ed esponenti del governo, come Santanché, Delmastro, Sgarbi ed altri, la presidente del Consiglio ha detto di non aver mai chiesto in passato le dimissioni di esponenti politici coinvolti in vicende giudiziarie prima della sentenza definitiva. Una dichiarazione falsa poiché, quando era all’opposizione, ha chiesto più volte le dimissioni delle ex ministre Federica Guidi e Maria Elena Boschi, indagate ma non condannate.