Il viso di Belgrado è segnato da una cicatrice indelebile, che divide idealmente la città in due parti: da un lato i cantieri e le case ancora in costruzione che ricordano L’Aquila dopo il terremoto, dall’altro la movida, il riscatto sociale, nuovi edifici cool, locali alla moda e gallerie d’arte che danno l’idea di una nuova vita, che non dimentica la storia ma guarda al futuro con coraggio e inventiva. Era il 1999 e la Nato pensò bene che, per liberare la Serbia dal regime di Slobodan Milošević e dal suo obiettivo di pulizia etnica verso il Kosovo, la soluzione migliore fosse quella di bombardare la città. Senza una formale autorizzazione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che consentisse l’intervento militare in tal senso. Già, perché l’Operazione “Allied Force”, alla quale partecipò anche l’Italia, era tutto, tranne che una missione umanitaria. E la memoria torna a Sarajevo, e a quanto accaduto qualche anno prima in Bosnia-Erzegovina.

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“Quando la sera arrivava il coprifuoco, io e mia figlia ci nascondevano in cantina, e lei mi chiedeva, mamma, cos’è questo rumore? E io, così come si raccontano le favole ai bambini, le dicevo che non era nulla, si trattava solo di palloncini che scoppiavano in aria” ci spiega Alexandra in macchina mentre andiamo a visitare un centro per i bimbi orfani e vittime di violenza completamente autofinanziato con il sostegno delle istituzioni governative e cittadine.

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Belgrado, “la Città Bianca” ( da Beli e Grad in serbo), oggi è considerata, per il fermento artistico e culturale, la piccola Berlino dei Balcani. L’antica fortezza Kalemegdan, con le sue torri,è l’angolo di paradiso verde della città dove, dopo una lunga passeggiata a piedi dal centro e dalla via dello shopping (Kalemegdan), area rigorosamente pedonale, è possibile ammirare il panorama più suggestivo della Capitale serba e osservare dall’alto i fiumi che la bagnano, il Sava e il Danubio. Fiumi che si incontrano in un abbraccio e secondo un detto popolare “fanno l’amore”.

La tradizione ortodossa, con le sue iconografie, è fortemente radicata nel territorio, basti pensare alle innumerevoli chiese dalle opulente decorazioni interne in oro, come il Tempio di San Sava, la più grande al mondo, che si alternano però a richiami artistici del periodo di occupazione turca che ne ha segnato anche la storia architettonica. Stile rétro e avanguardia bohémien in Piazza della Repubblica (Trg Republike), dove sorgono il Museo e il Teatro nazionali, simbolo della cacciata dall’Impero Ottomano nel 1867 e omaggio alla Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia del 1945, oggi luogo di ritrovo, tra i tanti caffé, di teenager e universitari. Da non perdere il Palazzo del Parlamento.

“The End” at Beton Night
In foto: “The End” at Beton Night | belgradeatnight.com


Beograd è però anche il centro nevralgico della movida serba. È sempre sabato. Locali, club, pub e strade sono continuamente affollate da giovani e turisti che arrivano in città anche in occasione delle numerose rassegne cinematografiche e di musica rock e jazz, tra cui l’Exit Festival, tra i più apprezzati a livello internazionale. Gli appassionati della nightlife e i clubber di certo si lasceranno coinvolgere dalle note techno, house ed electro di locali dal fascino underground come “Tilt Club”, “Soho Republic”, “Freestyler”, “Pleasure” e “Club 94”. Ce n’è davvero per tutti i gusti musicali. Sugli “Spavlovi”, locali galleggianti sul fiume Sava, dal tramonto all’alba è continuamente festa, in particolare nel periodo estivo. A Skadarlija, quartiere indie e alternativo della Capitale serba, invece, si ritrovano artisti, scrittori, fotografi e musicisti, tra cocktail e band che suonano live quasi ogni sera.

Durante l’estate, Belgrado, anche se non affaccia sul mare, ha la sua spiaggia “privata” creata sull’isola Ada (Ada Ciganlija) con tanto di lago artificiale dove è possibile praticare sport estremi come il bungee jumping o semplicemente il tennis, tra un tuffo in acqua e un aperitivo sul bagnasciuga. Nei ristoranti e caffé on the river, poi, si possono assaggiare le prelibatezze del posto, in particolare le carni speziate accompagnate da salse di ogni tipo, le zuppe, i formaggi burrosi e i salumi tipici da accompagnare con il pane caldo e un buon bicchiere di vino o birra locali. Per chi apprezza l’arte, il museo del design nel centro cittadino e la boutique urbana Misker House sono una tappa imperdibile. Tra palazzi dalle architetture regolari di stampo socialista, barocchismi e costruzioni contemporanee nella città nuova, edificata nel secondo dopoguerra e visibile dalle alture del Monte Avala, chi arriva a Belgrado in viaggio resterà affascinato dalla straordinaria fusione tra l’antico e il moderno. Perché è nella memoria storica che si trova lo stimolo per affrontare con determinazione il futuro. Che per la Capitale della Serbia sembra essere radioso.

Informazioni turistiche: it.serbia.travel – Foto copertina: Ente Turismo Serbia | Foto: Pixabay


Di Gustavo Marco Cipolla
Calabrese, della sua terra porta con sé il ricordo e l’abitudine di tornare se ne ha voglia. Arte, Musica e Moda sono le tre (dis)grazie che lo accompagnano. Una laurea in Relazioni Internazionali, due master in giornalismo, tanti corsi e (ri)corsi di specializzazione, ma non ha ancora finito di imparare. E non finirà mai.