L’artista iraniana Aisling Sareh Haghshenas, in questa intervista, ci fa visitare otto luoghi della città di Teheran, attraverso otto opere.

Da Teheran: Luca Fortis

Teheran è una megalopoli relativamente giovane, ma che ha mutato pelle talmente tante volte, che è come una cipolla, in cui ogni strato racconta epoche diverse dal 1800 fino ad oggi. Ne parliamo con Aisling Sareh Haghshenas, artista di padre iraniano e madre irlandese, che vive e lavora a Teheran. Si è laureata presso la Facoltà di Arte e Architettura dell’Università Islamica di Azad a Teheran nel 2000. Da allora ha tenuto numerose mostre personali e collettive in Iran, Stati Uniti, Inghilterra, America, Russia, Austria, Italia e Slovacchia. Ha una passione per la fotografia urbana. Crea anche installazioni e video-arte. È un’attivista per i diritti degli animali e lavora a progetti per promuovere la consapevolezza dei loro diritti e per proteggere l’ambiente.

Aisling Sareh Haghshenas

Mi parli del progetto artistico “I resti di Teheran”?
Teheran è la città in cui sono cresciuta come artista. Traggo ispirazione da ciò che mi circonda e una di queste, è la città stessa. Ho allestito una mostra basata sui colori che ricordavo da bambina provenienti da diverse zone di Teheran. Dopo la rivoluzione del 1979 e la guerra Iraq-Iran si verificò un improvviso boom edilizio. Ciò comportò enormi cambiamenti nella città: le antiche ville e i giardini furono abbattuti e al loro posto si insediarono grandi complessi di appartamenti.
Molti dei posti che conoscevo, con le loro sfumature, colori e fiori erano scomparsi per sempre. Ho quindi deciso di dipingere i ricordi della mia infanzia, con i suoi luoghi, odori e fiori mentre ancora li ricordavo. È così che è nato “I resti di Teheran”.
Ho scelto otto dipinti della collezione che raccontano luoghi che sono, nonostante tutto, ancora bellissimi e che chi visita Teheran può ancora vedere.

Quale è il primo luogo di cui ci vuoi parlare?
Il primo è il Monumento Shahyad ora ribattezzato Torre Azadi, fu costruito negli anni 70 per celebrare i 2500 anni dell’impero persiano. L’arco di trionfo è completamente rivestito di marmo bianco con piastrelle turchesi e linee argentate ed oggi un museo. Penso sempre che quando ci passi sotto e guardi in alto, si coglie l’essenza dell’Iran, anche se l’edificio è piuttosto trascurato, in quanto il governo attuale non lo ama, perché ricorda la grandezza della monarchia. Ancora oggi è considerato il simbolo principale di Teheran e di tutta la bellezza del mio paese.

Shahyad – Torre Azadi

Il secondo?
Il secondo è Tajrish. Un tempo il vecchio villaggio di Shemiran, che ora si trova nella parte nord di Teheran e che ospita un bazar, una versione più piccola del Gran Bazar di Teheran che si trova invece in centro. Un tempo era il bazar per gli abitanti di Teheran che scappavano dal caldo estivo per fare acquisti da tutti i prodotti dei villaggi vicini a Shemiran.
Oggi ha la stessa struttura del periodo Qajar ed è pieno di frutta fresca, tappeti, vestiti e tutto ciò che si immagina in un bazar solo in scala più piccola. Accanto al bazar si trova il santuario di Imamzadeh Saleh e molti piccoli ristoranti tradizionali e case da tè. Se si vuole vedere un bazar iraniano, ma non si può o non si vuole camminare per ore, questo è il posto da vedere. Si trova ai piedi dei monti Alborz e ancora oggi vi si trovano prodotti che si possono trovare solo nei villaggi vicini a Shemiran e sui monti Alborz.

Tajrish

Le terza opera?
La terza e quarta opera rappresentano entrambe Pahlavi Street, ribattezzata dopo la rivoluzione del 79, Valiasr Street. È la strada alberata più lunga di Teheran e collega Shemiran al centro della città. È stata costruita nel 1922 ed è lunga 18 chilometri. Si tratta della strada più lunga del Medio Oriente. Da bambina, sono cresciuta a Shemiran, amavo camminare per la strada guardando in alto e cercando di vedere il cielo attraverso i filari di alberi che si trovano su entrambi i lati di questa bellissima strada. Oggi il lato settentrionale della strada ha ancora gli splendidi alberi che riparano i pedoni dal sole, specialmente nei mesi più caldi dell’anno, ci sono molti bar in cui ci si può rilassare e se qualcuno è un camminatore, la passeggiata da Tajrish fino alla stazione della ferrovia di Teheran, è una passeggiata fantastica. La strada è stata costruita in modo che le famiglie più ricche di Teheran, che trascorrevano le estati a Shemiran, potessero andare avanti e indietro dalla città, lungo un viale dove c’erano ristoranti, caffè, cinema, bar e club. Cosicché la gente di Teheran, Shemiran e dei dintorni, potessero trascorrere lunghe serate divertendosi. Reza Shah aveva predetto che un giorno Teheran si sarebbe espansa e tutta Shemiran e i villaggi intermedi sarebbero diventati parte della capitale.

Pahlavi Street

La quinta opera?
La quinta è Alehzar St., la strada nel centro di Teheran che faceva parte del palazzo dei Qajar dove Naser-e-din Shah, della dinastia Qajar aveva ordinato di piantarvi dei tulipani e che in seguito divenne il suo zoo privato. Successivamente, dopo la morte di Naser-e-din Shah, fu frammentata e venduta dagli eredi e in mezzo vi fu costruita una strada, che tra la fine del 1800, fino agli anni ’60, divenne la strada più elegante della città, con negozi e ristoranti di lusso, teatri e cinema. Negli anni ’50 e ’60 divenne un ritrovo per gli intellettuali, fino a quando Pahlavi St. prese il suo posto con cinema e bar. Oggi, la zona, anche se è tristemente diventata l’area dove si concentrano i negozi di luci, vanta ancora un’architettura mozzafiato. Vi sono alcune case che sono state ristrutturate e sono aperte al pubblico, come la Casa Etehadieh che consiste in alcune piccole case, che condividono un grande giardino. In queste ville, che una volta erano la norma, le donne potevano andare da una casa all’altra senza alcun velo e la famiglia poteva rimanere unita. È stata anche restaurata la casa Pirnia che oggi è un caffè. Vicino vi è uno dei primi birrifici in Iran. La fabbrica Argo, che oggi è una galleria di arte contemporanea.

Alehzar Street

La sesta?
La sesta è Maghsoudbeyk Street, nuovamente nella zona di Tajrish nella parte sotto le montagne di Teheran. Si tratta di una stradina tortuosa che inizia dal lato di Pol-e Tajrish ed è piena di vecchie case e piccoli caffè, camminando tra le sue curve, si rivive l’atmosfera della vecchia Shemiran ed è bello andare al museo Bagh dove c’è un bar, una galleria d’arte e un sacco di piccoli negozi che vendono oggetti d’antiquariato e gioielli fatti a mano. In passato, quando camminavi per questa strada, vedevi tantissime rose rampicanti della specie banksiae, i cui colori e profumi erano indimenticabili, puoi ancora vederne molte camminando lungo la strada.

Maghsoudbeyk Street

Mi parli della settima opera?
La numero sette non può che essere Cheragh Bargh Street. Prende il nome (lampadina) dal fatto che è stata la prima strada con l’illuminazione stradale ed è vicino al grande bazar, a pochi passi dal Dar-ol fonoon. La prima scuola in Iran, il suo edificio fu costruito da Nikolaï Markov e oggi è un museo. Questa strada ospita il palazzo Masoudieh e il vecchio edificio Ford e molti bellissimi edifici antichi. Oggi è il centro per i pezzi di ricambio delle automobili e i canali di scolo sono sempre pieni di olio per macchine! Molte di queste meravigliose case sono diventate negozi e magazzini, ma una passeggiata lungo queste strade ci mostra la bellezza di Teheran all’inizio del 1900, l’adattamento dell’architettura orientale a quella occidentale. Da lì si può fare una breve passeggiata fino al Museo Nazionalità.

Cheragh Bargh Street

Quale luogo ha influenzato l’ultima opera?
L’opera numero otto è influenzata da Darakeh, il bellissimo villaggio nascosto nella valle dove c’è un sentiero escursionistico verso le montagne Alborz. Il villaggio è pieno di piccoli caffè tradizionali che servono uova e formaggio e colazioni locali per chi si arrampica la mattina presto. A mezzogiorno servono poi una varietà di zuppe e il tradizionale Dizi, una zuppa simile a uno spezzatino cotto in una pentola di pietra o di terracotta. Ci sono bancarelle che vendono prodotti locali, come frutta e frutta secca. La sera la gente passeggia nella piazza del paese, dove lungo il fiume, vi sono ristoranti e caffè. Gli alberi, dall’aspetto labirintico, rendono, il paesaggio mozzafiato, soprattutto in autunno quando tutte le foglie diventano rosse e aran.

Darakeh

aislingsareh.com