Lockheed Martin, Bae Systems, Airbus e l’italiana Finmeccanica. Sono alcune delle grandi aziende che producono e vendono armi e che hanno visto in questi ultimi mesi schizzare al rialzo i propri titoli in Borsa. Le spese per armarsi crescono in tutti i paesi. Francois Hollande ha già ottenuto da Bruxelles la possibilità di sforare il tetto imposto dall’Europa e poter fare così più deficit del previsto. Come l’Italia che si prepara a trovare 120 milioni di nuove risorse per sicurezza e armi. L’indice Bloomberg che traccia le aziende del settore aero-spaziale e della difesa in tutto il mondo è partito al rialzo, gli investitori puntano sui titoli del comparto e il risultato pare non lasciare alcun dubbio per nessuno.

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Mentre si contavano ancora i morti dell’ultimo attentato di Parigi, gli Usa vendevano migliaia di bombe intelligenti all’Arabia Saudita, per 1,29 miliardi di dollari di valore. E a ben poco serve ricordare ai mercanti di armi che Qatar, Arabia Saudita e Kwait sono indicati dalla comunità internazionale come i Paesi da cui partono i finanziamenti per l’Isis che, ad oggi, è il gruppo terroristico più ricco al mondo.
Nel mercato delle armi l’Italia ricopre un ruolo tutt’altro che secondario e fa affari con i Paesi amici di Daesh. Lo ha confermato lo stesso a.d. di Finmeccanica Mauro Moretti che anche recentemente è tornato a chiarire che l’interesse italiano è rivolto verso tutti: “Fornire armamenti a paesi come Arabia Saudita e Qatar che sono considerati controversi? Sono paesi che sono legittimati dagli Usa ed entrano a far parte del fronte Occidentale in questa vicenda”. E mentre Moretti pronunciava queste parole, i titoli di Finmeccanica crescevano più dell’8% in Borsa.
Ad oggi il primo cliente delle armi italiane sono gli Emirati Arabi Uniti (Eau), con il 9% del totale delle spedizioni, a pari merito con l’India e poco più rispetto alla Turchia. Gli Emirati sono stati uno dei maggiori acquirenti di armi di tutto il globo nel biennio 2010-2014.
È questa la finanza globalizzata, definita dagli esperti finanza dai fili invisibili, di cui ci accorgiamo solo quando è troppo tardi e il sangue macchia la coscienza delle nostre città.

(Foto copertina:  Pixabay.com)