Il 2023 si chiude con il dato drammatico di 118 femminicidi. Nemmeno denunciare basta, mentre il governo Meloni taglia del 70% le risorse per la prevenzione della violenza contro le donne.

Di Marta Foresi

Dal 1 gennaio 2023 ad oggi, la cronaca ha registrato in Italia 315 omicidi, con 118 vittime donne, di cui 95 uccise in ambito familiare/affettivo. Di queste, 61 hanno trovato la morte per mano del partner/ex partner. Dati a cui si aggiungono le migliaia di telefonate al 1522: al numero nazionale antiviolenza e stalking si rivolgono ogni giorno tra le 400 e le 500 persone. Numeri che sono raddoppiati, dopo il femminicidio di Giulia Cecchettin, la studentessa veneta di 22 anni uccisa dall’ex fidanzato, Filippo Turetta. Basti pensare che sono stati 14mila i contatti nel mese di novembre, quando complessivamente lo scorso anno erano stati 32mila.

Denunciare però non basta, come dimostra il caso dell’ultima vittima che aveva denunciato l’aggressore per stalking. Il sistema giudiziario non è sufficientemente formato e la legge sul Codice Rosso è incompleta, mentre è totalmente assente la risposta nelle scuole: la proposta di introdurre l’educazione affettiva e sessuale è stata bocciata dalla maggioranza di destra ed alcuni suoi esponenti l’hanno perfino definita “una porcata”, utile solo – a loro dire – ad introdurre la “teoria gender” nelle scuole. Eppure, secondo la Convenzione di Istanbul, gli stati dovrebbero intervenire per promuovere cambiamenti socioculturali destinati a “prevenire e combattere ogni forma di violenza e fornire una risposta globale alla violenza contro le donne”, poiché la violenza nasce da elementi culturali radicati nei tradizionali “ruoli di genere”.

I tagli del governo

All’inadeguatezza culturale sul tema, si aggiunge la scelta del governo Meloni di tagliare del 70% le risorse per la prevenzione della violenza contro le donne. Dai 17 milioni del 2022 stanziati dal governo Draghi si è passati ai 5 milioni del 2023. Una cifra concentrata per lo più sulla parte di repressione, a reato ormai compiuto. Per fare un esempio, solo il 5,6% dei fondi stanziati negli ultimi quattro anni sono stati diretti a campagne di sensibilizzazione, all’educazione nelle scuole o attività di empowerment femminile. Un report di ActionAid sottolinea inoltre che il governo Meloni è stato anche molto poco attivo nella sua iniziativa legislativa diretta al contrasto della violenza di genere. Dalla sua entrata in carica, i partiti della coalizione di destra hanno presentato solo 53 proposte normative per combattere la violenza contro le donne. I partiti di opposizione ne hanno presentati invece ben 306, di cui 189 proposte normative, con Partito democratico (112) e Movimento 5 stelle (89) a guidare la classifica.