Dal Pulo di Altamura ad Aacaya, c’è una Puglia inedita e segreta da scoprire, lontana dal caos e dal turismo di massa, tra borghi fantasma, eremi, grotte e spiagge incantate.

Di Alessandra Sassanelli

Quanto spesso si dà per scontata la conoscenza di un territorio? Sempre. Ma la vera conoscenza non è in superficie, la vera conoscenza è a fondo, emerge quando si va alla ricerca dei tesori nascosti, dei luoghi meno comuni, dei borghi dimenticati; subentra quando determina un senso di appartenenza, un legame identitario o un rapporto affettivo. Così, solo quando si saranno colte le radici più remote ci si potrà vantare di conoscere davvero un territorio. Ecco 20 tra i luoghi più inediti della Puglia, quei posti meno conosciuti e frequentati dal turismo di massa, ma ricchi di storia ancora da raccontare.

1 | Grotta del Sospetto, Vico del Gargano (Fg)

Un piccolo angolo di paradiso intimo e selvaggio si estende per appena 300 metri di lunghezza al riparo di una grande roccia, un minuscolo gioiello nascosto bagnato dalle limpide acque color smeraldo del mar Adriatico. Nella Spiaggia del Sospetto è possibile estraniarsi al fluire del tempo, avendo la netta sensazione d’essere su una qualche idillica isola sperduta. A rendere quell’eremo un posto ancor più magico è la Grotta del Sospetto, cavità marina gradualmente comparsa sulla spiaggia a seguito di un lento processo di emersione. Ad appena 7 km dalla spiaggia di Sospetto, Vico del Gargano è uno dei borghi più belli d’Italia, nel cuore del Parco Nazionale del Gargano, tra il mare azzurro e la meravigliosa Foresta Umbra.


2 | Grotta di San Michele, Cagnano Varano (Fg)

Basse pareti rocciose e un altare incastonato tra i blocchi carsici: è la Grotta di San Michele a Cagnano Varano (Foggia), una cavità naturale di origine carsica e, senza dubbi, uno dei luoghi di culto più suggestivi dell’intera regione. La ferma e silenziosa atmosfera di questo luogo lo hanno reso un punto di riferimento per i fedeli del posto o per coloro che desiderano meditare immersi nella quiete profonda della natura. All’interno della grotta, dal grande fascino naturalistico e spirituale, sono custoditi affreschi e graffiti a soggetto devozionale, risalenti ai secoli centrali del Medioevo. Abitato fin dal paleolitico, il sito rappresenta una preziosissima testimonianza del culto micaelico sul Gargano. (Foto © fondoambiente.it)


3 | Architiello di San Felice, Vieste (Fg)

La leggenda narra che l’arco sia stato scavato nelle rocce bianche del Gargano dalle Ninfe marine in onore di Poseidone e sua moglie Anfitrite. Si dice che la coppia divina fosse solita trascorrere lì le proprie vacanze all’insegna dell’amore, così la costa fu ornata per rendere quelle soste uniche e indimenticabili. L’Architello di San Felice prende il nome dall’antica torre d’avvistamento, dalla quale è possibile ammirare una delle opere della natura più belle della costa, dove finisce il Gargano. Scolpito in mezzo al mare, è uno dei simboli di questa terra. Si trova a pochissimi chilometri da Vieste ed è possibile ammirarla dalla provinciale 53.


4 | Rione Fossi, Accadia (Fg)

Oggi una suggestiva città fantasma, un tempo un importante luogo di culto pagano. Rione Fossi, con i suoi vicoli tortuosi e i ruderi in pietra, è uno dei borghi più suggestivi del territorio pugliese. Qui, dove il tempo sembra essersi fermato all’epoca medievale, la natura ha preso il sopravvento, rendendo quel luogo spettrale un affascinante binomio di natura e storia tutto da ammirare. Le origini della cittadina sono molto antiche, risalenti addirittura alla preistoria. La civiltà fiorente del Rione Fossi, tuttavia, pare che si sia bloccata nel 1930: quell’anno un fortissimo terremoto spinse tutti gli abitanti del quartiere a spostarsi verso la zona più bassa della collina, luogo nel quale si è sviluppata la città di Accadia. Tra le sue vie scavate nella roccia, il tempo sembra essersi fermato a quel terremoto di un secolo fa. (Foto © fondoambiente.it)


5 | Saline di Margherita di Savoia, Barletta (Bat)

Risalenti al III sec. a.C., le Saline di Margherita di Savoia rappresentano la più grande riserva naturale di sale d’Europa. Le favorevoli condizioni climatiche garantiscono la sopravvivenza di un interessante ecosistema naturale e animale, così è possibile ammirarne il paesaggio in sella ad una bicicletta oppure fare birdwatching al tramonto, esperienza tanto caratteristica quanto affascinante, soprattutto per gli amanti dei fenicotteri rosa. La riserva naturale è un’area naturale protetta della Puglia istituita nel 1977. Occupa una superficie di 3.871 ettari nella Provincia di Barletta – Andria – Trani. Confina con altre due aree protette: la riserva naturale Il Monte e la riserva naturale Masseria Combattenti. (Foto © italia.it)


6 | Chiostro di San Francesco, Andria (Bat)

In originale stile gotico, il Chiostro di San Francesco di Andria è un’affascinante struttura porticata adiacente all’omonima Chiesa. Alti pilastri ne sorreggono le arcate sovrastanti, conferendo all’ambiente una certa solennità. La tranquillità del posto lascia immaginare i momenti in cui gli ecclesiastici si ritrovavano per leggere o meditare in piena serenità. Fu edificato per volere del Re Federico II di Svevia pochi anni dopo la morte di San Francesco d’Assisi, su di una piccola altura presente all’interno delle antiche mura medievali di Andria. Nel 1850 grazie anche all’importante contributo del giovane architetto barlettano Federico Santacroce (suoi anche gli interventi presso la Cattedrale, il Convento di Santa Maria Vetere, la Chiesa di Santa Maria dell’Altomare, ed il Palazzo Ceci in piazza Catuma) venne rimaneggiata l’imponente facciata. Dopo la dismissione del convento, la struttura venne trasformata in carcere e poi successivamente in scuole. Oggi, ospita importanti eventi culturali della città. (Foto © Mauro Orrico)


7 | Pulo di Altamura (Ba)

A soli sei chilometri dalla città del pane pugliese per eccellenza, si apre una suggestiva voragine carsica dalla storia millenaria: gli innumerevoli anfratti naturali e le silenziose grotte celate nelle pareti rocciose, hanno portato alla luce nel 1993 i resti dell’Uomo di Altamura, un esemplare di ominide che attesta la primitiva presenza dell’uomo in quel territorio. Un luogo labirintico e per certo surreale, ma proprio per questo affascinante. Queste grotte rappresentano un vero e proprio patrimonio archeologico perché furono abitate sin dalle età più antiche della preistoria. Alla base si apre un inghiottitoio, la Grotta del Pulo, profonda 30 metri, visitabile solo da speleologi.


8 | Ponte dell’acquedotto, Gravina (Ba)

Con i suoi imponenti archi, questo meraviglioso viadotto è un importante simbolo storico per la città di Gravina. Realizzato a metà Settecento per consentire ai fedeli di attraversare il torrente e raggiungere la chiesetta della Madonna della Stella, divenne poi un acquedotto, attivo sino al 1855. Così, dal cammino dei fedeli allo strepito dei cavalli, dalle carrozze alle automobili, il selciato di questo ponte è ricco di storie da raccontare e finché sarà percorribile, resterà il cuore pulsante di una città che batte ancora molto forte. (Foto © fondoambiente.it)


9 | Arco delle Meraviglie, Bari

La leggenda narra che l’arco fu costruito nel giro di una sola notte da un giovane innamorato per raggiungere la sua amata, una storia d’amore ostacolata da famiglie contrarie all’unione. L’arco creò un collegamento tra le abitazioni dei due, cosicché vissero felici e contenti. Tra gli abitanti della Città Vecchia di Bari, la storia dell’Arco delle Meraviglie è stata tramandata di generazione in generazione, divenendo uno degli angoli più suggestivi del borgo antico e lasciando sognare chiunque vi passi attraverso. Tra questi vicoli, oggi, scorre la vita sociale mondana di baresi e turisti, tra bistrot, locali e piccoli club. Il quartiere è divenuto il simbolo della rinascita della città, dove i visitatori affollano le strade, esplorano le chiese e ammirano l’antica arte della pasta fatta in casa, che le donne ancora oggi preparano sui banchetti, impastando le iconiche orecchiette tra gli sguardi dei passanti. (Foto © Mauro Orrico)


10 | Chiesa di Santa Maria di Barsento, Noci (Ba)

Legata ad un trascorso storico fitto di mistero, la Chiesa di Barsento regala ai visitatori uno scenario affascinante, un luogo dove la tradizione architettonica pugliese si fonde con i numerosi reperti archeologici rinvenuti in loco. La sua storia comincia nel 591, quando le mani laboriose dei monaci di Sant’Equizio la costruirono per volere di papa Gregorio Magno sull’apice della collinetta affacciata sul canale di Pirro. La chiesa ha una facciata a tre cuspidi sormontata da un campaniletto a vela. I tetti delle navate sono spioventi e ricoperti di chiancarelle (piccole pietre piatte) secondo la tecnica costruttiva dei trulli. Qui, dove natura, storia e tradizione si fondono perfettamente, è possibile vivere un viaggio nel tempo, accompagnati dal sole e dal dolce suono della natura murgiana.


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11 | Gravina di Ginosa e Rivolta (Ta)

Oltre sessanta case-grotte e chiese rupestri: la Gravina di Ginosa, nel Parco Naturale Regionale Terra delle Gravine, è un luogo dal fascino senza tempo, uno scenario mozzafiato generatosi naturalmente per effetto delle acque meteoriche che ne hanno scavato il canyon circostante. Particolare caratteristica di queste abitazioni incavate è il loro orientamento verso sud, scelto affinché il sole riscaldasse gli ambienti interni in inverno. Il villaggio primitivo noto come insediamento Rivolta è oggi considerato dagli studiosi uno dei più importanti villaggi rupestri presenti in Italia ed è purtroppo l’unica parte visitabile della Gravina. (Foto © Vostok)


12 | Grand Canyon, Laterza (Ta)

Oltre duecento metri di profondità e 12 chilometri di lunghezza, il Grand Canyon di Laterza è tra i più profondi e suggestivi Canyon d’Europa. Creatosi dall’azione erosiva delle acque del fiume Lato, oggi è l’habitat di numerosissime biodiversità. Sorge sull’orlo di una gravina oggi tutelata da un’oasi LIPU. Spigoli, curve e linee continue sono le parole chiave di uno scenario spettacolare che dà quasi l’impressione di essere in un altro continente. Che sia dall’alto o dal basso, la visita di questo posto lascia chiunque senza fiato. Lungo il bordo orientale della frattura, quasi fosse sospesa sul profondo burrone, c’è la Chiesa di San Vito martire, antico patrono di Laterza, una meraviglia che ha conservato intatti quasi tutti i suoi affreschi. Come Ginosa, anche Laterza è nel Parco della Terra delle Gravine, che comprende 14 comuni della Provincia di Taranto, per un totale di 28mila ettari. Un paesaggio straordinario fatto di canyon mediterranei e architetture nascoste, dove la storia è stata scritta tra le rocce. (Foto © Pietro Amendolara)


13 | Cripta di San Michele, Ceglie Messapica (Br)

Quando la forza della natura si fonde alla bellezza dell’arte il risultato non può che essere affascinante: è la Cripta Basigliana di San Michele, un sito incredibilmente favoloso che ha fatto delle viscere della natura un luogo di culto. Si tratta di un insediamento Italo-greco risalente almeno all’VIII secolo d.c. e l’epoca di costruzione è sicuramente il 1300, come attesta una iscrizione al di sopra del portale d’ingresso. Una ripida scalinata conduce subito nei profondi e bui meandri della grotta, sul cui fondo si trova l’altare affrescato; tre sono gli unici rimasti ben visibili. Insomma, un ambiente sacro insolito e senza dubbi adatto a coloro che non temono il buio, ma che vale la pena visitare. La cripta si trova su una vecchia via di transito che portava a Brindisi, passando da Francavilla Fontana.


14 | Tempio di San Giovanni al Sepolcro, Brindisi (Br)

Testimonianza concreta del rapporto tra Brindisi e la Terra Santa durante il periodo delle crociate, il Tempio di San Giovanni al Sepolcro fu ideato come copia della Rotonda del Santo Sepolcro a Gerusalemme. La chiesa fu edificata dall’ordine cavalleresco dei Canonici Regolari del Santo Sepolcro prima del 1128 anno a cui risale il primo documento conosciuto in cui si nomina la chiesa. La decorazione pittorica risulta più tarda e mostra diverse fasi attribuibili ad un periodo compreso tra la prima metà del XIII ed il XIV secolo. Caratteristica particolare è la sua pianta circolare, tratto che i Cavalieri del Sacro Sepolcro applicarono a tutti gli edifici sacri dell’epoca, come segno di zelo e continuità con la Terra Santa. (Foto © Mauro Orrico)


15 | Forte a Mare, Brindisi (Br)

Circondato dal mare, sull’isolotto di Sant’Andrea, il Forte a Mare è un’antica fortezza utilizzata sin dalla guerra civile tra Cesare e Pompeo. La sua costruzione risale al 1445 quando Ferdinando I d’Aragona commissionò al figlio Alfonso la costruzione del castello che si compone attualmente di due fulcri: quello Aragonese e quello postumo che comprende tutta la zona del Forte, voluta da Filippo II d’ Austria nel 1583. Il castello ha varie intitolazioni, Castello di Mare per distinguerlo da quello di Terra (Svevo), Castello Alfonsino o Aragonese per via della casata che lo realizzò e Castello Rosso poiché nelle ore del tramonto la struttura attinge una straordinaria colorazione rossastra dovuta al tufo con cui è stato costruito. L’enorme opera a corno cinge tutto il lato dell’isola che altrimenti sarebbe rimasta scoperta e alla mercè dei nemici. La visita guidata al suo interno è ideale per gli appassionati di storia e tradizione locale. (Foto: ETS Le Colonne Arte)


16 | Eremo di Vincent, Guagnano (Le)

Non solo la casa di Vincent Maria Brunetti, artista di Guagnano, ma un vero e proprio locus amoenus, un luogo ideato da lui stesso per estraniarsi dal mondo e cercare uno spazio in solitaria in cui sentirsi liberi e felici. Uno storytelling attraverso i colori, i mosaici parietali e gli aforismi che esprimono e raccontano l’animo di un artista forte, un eterno Peter Pan che ha fatto della sua patologia, una poliomielite in gioventù, un punto di forza, costruendo un posto che rappresentasse la sua anima ribelle ed estrosa. L’Eremo è un vero e proprio trionfo alla vita, una storia a cielo aperto che indubbiamente merita di essere scoperta. Più che una casa-museo è un luogo di catarsi collettiva, ma anche con un luogo in cui tutti possono esprimersi in piena libertà. (Foto © Vincent Brunetti)


17 | Cala dell’Acquaviva, Marittima (Le)

“Chiare, fresche et dolci acque” (salate in questo caso), avrebbe detto il buon Petrarca; così è Cala dell’Acquaviva, un’intima e magica insenatura dalle acquee cristalline ma freddissime, dovute alle sorgenti, da cui ne deriva il nome. I tenui colori del mare addolciscono le scogliere sovrastanti, donando al luogo una veste incredibile. Una sosta necessaria, dunque, per tutti coloro che sognano un bagno rigenerante in un habitat spettacolare. La Cala dell’Acquaviva è facilmente raggiungibile, si trova tra Castro e Marina di Marittima, sulla litoranea orientale salentina. (Foto © iStock)


18 | Acaya, Vernole (Le)

Un’atmosfera sospesa e prettamente medievale pervade questo piccolo borgo situato a circa 15 chilometri dalla citta di Lecce. Acaya Città Fortificata è una fortezza che deve il suo nome alla famiglia che ne detenne il controllo per oltre tre secoli, a partire dal 1294. La torre campanaria, la chiesa matrice e il castello ne testimoniano l’importanza intangibile, conferendogli il primato di uno dei borghi antichi più belli d’Italia, l’unico esempio di città fortificata del Meridione d’Italia, uscita indenne dai secoli e dalle guerre, mantenendo il suo aspetto seicentesco con un’impronta tipicamente rinascimentale nello stile. Splendido è il castello che mostra un robusto cordone di pietra e due grandi torrioni coronati in cima con archetti e bacchettelli. Disabitato per molti anni, divenne nel Settecento facile preda dei Saraceni, che lo devastarono ma, fortunatamente, non lo distrussero. Oggi è sede di mostre, festival ed eventi. (Foto © Mauro Orrico)


19 | Grotta della Vora, Leuca (Le)

Una profondità di circa 40 metri e un’altezza impressionante rendono davvero l’idea di essere in una maestosa cattedrale. Sulla sua sommità, un foro circolare lascia penetrare i raggi del sole all’interno che, riflessi sulle pareti carsiche delle rocce, generano degli incredibili giochi di luce tali da avere l’impressione di trovarsi in una meravigliosa cattedrale gotica. Lo spettacolo che ne deriva è unico e incantevole perché, a seconda della luce solare e della marea delle acque, ne mutano i suoi colori. La Grotta della Vora o Grotta della Cattedrale si trova lungo la costa adriatica del Salento, tra la scogliera di Santa Maria di Leuca e la famosa località del Ciolo.


20 | Matino (Le)

Vicoli stretti e tortuosi, corti e abitazioni colorate di bianco, il fascino del centro storico di Matino è davvero singolare. Lo stretto legame con la tradizione locale ha reso questo centro un luogo fermo nel tempo, dove le pile per lavare i panni o le nicchie votive incastonate ovunque lungo i vicoli, suscitano la sensazione di essere a casa. Caratteristica unica del borgo è la presenza degli antichi frantoi ipogei scavati nella roccia calcarea; tutti elementi che attestano l’arcaica vivacità di una cittadina, la cui bellezza cattura ancora oggi la curiosità dei visitatori. Nel mese di settembre, questo piccolo gioiello del Sud Salento ospiterà la seconda edizione di Yeast Photo Festival, la rassegna internazionale che unisce fotografia, cibo e arti visive, nata per ripensare il rapporto tra uomo e ambiente. (Foto © Gabriele Galimberti – Yeast Photo Festival)

Testo di Alessandra Sassanelli

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