Quasi 7 mila migranti sarebbero morti nei cantieri dei nuovi stadi, mentre la Fifa vieta le fasce ‘One Love’ per i diritti Lgbtqi+ negati in Qatar, dove essere gay significa rischiare 7 anni di carcere.

La partita più importante, quella dei diritti umani in Qatar, è già stata ampiamente persa.
Il Qatar è un regime totalitario in cui i diritti sono calpestati ogni giorno.
La costruzione degli stadi per i Mondiali 2022 è costata molte vite umane: quasi 7 mila sarebbero i migranti morti e oltre 100 mila sarebbero stati sfruttati, lavorando fino a 18 ore al giorno.
La Fifa non ha imposto clausole sui diritti nella scelta del Qatar come nazione ospitante i Mondiali.

La Federazione si è anche piegata all’omotransfobia e al denaro del Qatar, un Paese in cui essere gay, lesbica, bisessuale, trans o queer significa rischiare fino a 7 anni di carcere. Sette Nazionali europee volevano indossare le fasce ‘One Love’ con i colori dell’arcobaleno per protestare contro le leggi anti Lgbtqi+ del Qatar, ma la Fifa le ha vietate, minacciando la squalifica dei giocatori. Così Galles, Germania, Danimarca, Belgio, Olanda e Svizzera hanno dovuto rinunciare. La Francia aveva annunciato la sua decisione di non indossaere la fascia prima di arrivare in Qatar.

Due dei nuovi stadi a Doha (foto Getty Image)

Le federazioni di Inghilterra, Galles, Germania, Danimarca, Belgio, Olanda e Svizzera non nascondono il malumore e nel comunicato congiunto si legge: «Siamo profondamente frustrati dalla decisione della Fifa, che riteniamo senza precedenti. Avevamo informato a settembre la Fifa del nostro desiderio di usare la fascia per supportare l’inclusione nel calcio. Non abbiamo avuto risposta. I nostri giocatori e i nostri tecnici sono delusi: eravamo pronti a pagare le multe, ma la Fifa ha avvisato con grande chiarezza del rischio di sanzioni sportive, alle quali non possiamo esporre i nostri capitani».

La Federazione Internazionale del calcio ha stabilito, dunque, che le uniche fasce utilizzabili a Qatar 2022 sono quelle approvate dalla Fifa, chi ne sceglie altre rischia l’ammonizione. La campagna (ben più generica) ‘No Discrimination’ potrà però essere portata avanti anche al Mondiale e tutti i 32 capitani – precisano dalla Fifa – avranno l’opportunità di usare le fasce approvate.

Solo pochi giorni fa il numero uno della Fifa Gianni Infantino si era detto «migrante, omosessuale, africano». Poi, il dietrofront.

 

Di Mauro Orrico
Salentino di origine, romano di adozione, è laureato in Scienze Politiche (La Sapienza) con Master in Tutela Internazionale dei Diritti Umani. Ha lavorato per Rai3 e La7d. Da 16 anni è anche organizzatore di eventi culturali e musicali. Nel 2014 ha fondato FACE Magazine.it di cui è direttore editoriale. E’ responsabile della comunicazione di ‘In Viaggio a Roma’ e del progetto ‘Scienza, Sostantivo Femminile’..