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«Ho avuto un sacco di pubblicazioni su riviste di fotografia erotica, ma ad oggi il mio più grande desiderio è di essere sulla copertina di Cronaca Vera».
Si presenta così, come ha dichiarato in una recente intervista, Anita Dadà. I suoi autoscatti sono spontanei e sinceri. E immortalano una donna indipendente, colta, mai volgare. Anita vive a Roma, ha da poco compiuto 30 anni e ha lasciato la pubblica amministrazione, approdando alla fotografia, con particolare attenzione a quella erotica, d’autore. Il suo blog è visitatissimo (anitadada.tumblr.com). Una regina del selfie, insomma, come l’hanno definita in tanti.
Le fotografie di Anita Dadà  saranno esposte per la prima volta a Roma, Sabato 29 Novembre in occasione  del nostro FACE Magazine Winter Party al Seven (spazi Visiva) di Roma (qui l’evento fb).

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Noi l’abbiamo incontrata per voi.

Dalla pubblica amministrazione, con un buon impiego in un Ministero, alla fotografia. Come è nata questa scelta? Come è maturato in te questo passaggio?
La verità è che io lavoravo in Pubblica Amministrazione già mentre studiavo Fotografia, dopo una laurea in Beni Culturali. Il contratto al Ministero sarebbe prima o poi terminato e all’epoca pensai di aver intrapreso la via della fotografia erotica per una questione prettamente economica.
Oggi, invece, sono consapevole che è stata una scelta dettata dalla mia attitudine artistica forte del mio bagaglio culturale.

Sei anche stata una webcam-girl. Che ricordo hai di quel periodo? Che esperienza è stata?
Il periodo di webcam-girl lo ricordo come il più gioioso in assoluto. Dato che i miei chatters erano tutti oltre oceano, per questioni di fuso orario accendevo la webcam alle quattro del mattino, al rientro dalle serate balorde coi miei amici. Richieste strane tante, ma mai realizzate dal momento che ho sempre diretto io il gioco e soprattutto perché rientravano nella sfera dei feticismi, ai quali mi sto dedicando adesso con la produzione di videoclips ad hoc. In tutto questo, dopo aver trascorso tutta la notte in video trasmissione, alle 09:00 ero in aula a seguire la lezione di Paleografia. Al primo banco.

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Se dovessi descrivere i tuoi scatti a chi non li conosce, come li definiresti?
Critici e collezionisti hanno parlato di “indie” e “underground nude”, “erotizzazione del quotidiano” “sexy surrealismo”. Il 90% delle mie foto sono autoscatti che mi ritraggono in contesti quotidiani, ovviamente senza veli.  Nelle mie foto non c’è fashion, non c’è patinato, non c’è glamour: c’è frù-frù, godimento, gioiosità, ironia, dadaismi.

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Sei stata anche ragazza immagine. Cosa pensi del dibattito che si è acceso in questi ultimi anni sul tema del corpo delle donne? Penso al Rubigate, alle olgettine. Ma anche allo “scontro” culturale tra chi vede nel porno e nel sesso uno strumento di dominio dell’uomo sulla donna e il nuovo post femminismo che al contrario lo considera momenti di “liberazione” per le donne..
Mi esprimo sempre poco su questioni del genere semplicemente perchè le femministe non mi interessano, le femmine sì. Il sesso in tutte le sue declinazioni è l’unica cosa che ci rende davvero liberi: “scontro culturale” circa il sesso? Per me esistono solo gli “scontri umani” di sesso nei salotti, e nelle camere da letto. Lo scandalo Ruby? Lo scandalo non è Ruby, una normalissima sex worker: lo scandalo è l’abuso di potere di un uomo che fa politica.

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Dai tuoi scatti traspare sensualità, pur senza volgarità. Come concili il tuo lavoro con la tua vita sentimentale e i tuoi rapporti con gli uomini e con il tuo uomo?
Bella domanda. La sensualità delle mie fotografie è la reale trasposizione della mia vita sentimentale e sessuale. E’ indispensabile per la mia creazione artistica avere di fianco un uomo che non soltanto mi ami e mi appaghi sessualmente, me che mi sproni continuamente ad elaborare. L’intelligenza e l’autoironia del mio amato camminano perfettamente allineate alle mie.

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Cosa è per te il senso del pudore?
A differenza di quanto si possa pensare, il mio senso del pudore è quello comune a tutti. Non mi scandalizza nulla, purché tutto rimanga nella sfera privata di ognuno. Per esempio in normali situazioni sociali detesto quando devo andare in bagno e mi viene detto “ma dai, tieni la porta aperta ché tanto nuda ti abbiamo vista tutti”. Ovviamente l’assolutezza di questo discorso decade nel momento in cui si parla di contesto lavorativo dove per me tutto è lecito.

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Non mostri mai il viso nei tuoi autoscatti. Ricerca della riservatezza o precisa scelta estetica per le tue foto?
Non mostro mai il viso neanche quando poso per altri fotografi. Ho iniziato a fotografarmi quando ero un webcam-girl e tutti sanno che la deontologia di una camgirl dice di non mostrare il viso. Ad oggi questa è la caratteristica iconografica delle mie fotografie, anche se c’è qualcuno nel mondo che custodisce gelosamente nella sua collezione privata foto in cui sono ritratta per intero.

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So che stai preparando un disco di cover di canzoni sexy degli anni 60-70 e un libro. Di cosa si tratta? Dove ti vedremo in futuro?
In ordine cronologico mi incontrerete in un’operazione postmoderna legata al recupero di canzoni sexy degli anni 60-70 all’epoca censurate, da Maria Grazie Buccella a Marie Laure. Il libro invece, sarà un diario romanzato di una studentessa dedita ai servizi e ai vizi degli uomini della Roma bene, fra drammi amorosi , rave party e droghe psichedeliche. Insomma, un libro per tutte le casalinghe italiane. Ho intenzione di andar via dall’Italia perché il mio lavoro può essere realizzato ovunque: non so dove ancora mi vedrete. Magari nella vetrina di un quartiere a luci rosse, magari in una foto su un catalogo in cui, nuda, allatto mia figlia. Intanto vi aspetto sabato 29 novembre al Seven, dove esporrò i miei scatti in occasione della vostra festa di FACE Magazine Winter Party.

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Info:
anitadada.tumblr.com
anitadadaphoto.tumblr.com
instagram.com/anitadada1