Dopo il rilascio dei 20 ostaggi israeliani e dei 1.966 prigionieri palestinesi e lo show di Trump alla Knesset, l’accordo di pace su Gaza appare già in bilico: da martedì Israele ha ucciso 45 palestinesi e ha bloccato gli aiuti umanitari dal valico di Rafah.
La Redazione
Donald Trump lo ha ufficializzato al summit di Sharm el-Sheikh, dopo il suo intervento alla Knesset di Tel Aviv: liberati gli ostaggi (i 20 israeliani e i quasi 2mila palestinesi), è iniziata la fase 2 dell’accordo “di pace” su Gaza. Ma poche ore dopo, la promessa di pace pare essersi già allontanata: dallo scorso martedì, almeno 49 palestinesi sono stati uccisi da attacchi israeliani a Gaza City. Per Hamas si tratta di «continue violazioni dell’accordo per il cessate il fuoco».
Sempre martedì, Israele ha deciso di non riaprire il valico di Rafah che collega la Striscia all’Egitto per non permettere di consegnare gli aiuti umanitari. Il motivo sarebbe legato al ritardo con cui Hamas sta consegnando i corpi degli ostaggi morti, ma in serata altre quattro salme sono state consegnate alla Croce Rossa. La stessa Croce Rossa ha fatto sapere che non sarà facile recuperare tutti i corpi, alcuni dei quali potrebbero essere sepolti sotto le macerie dei palazzi bombardati da Israele.
Poche ore dopo la firma dell’accordo “di pace”, il giornalista Saleh Al-Jaafrawi è stato ucciso da gruppi armati considerati molto vicini a Israele. Il reporter aveva documentato la devastazione di Gaza, si tratta di un omicidio che ha scosso profondamente la Striscia nel pieno della tregua. Il Gaza Government Media Office ha condannato con forza l’omicidio, definendolo «una diretta conseguenza della politica israeliana di prendere di mira i giornalisti palestinesi, sia attraverso raid aerei che milizie per procura».
In questi due anni di genocidio, Israele ha ucciso 247 giornaliste e giornalisti, quasi 70mila civili palestinesi, di cui oltre 20mila bambini. Circa 10mila persone, inoltre, potrebbero essere sepolte sotto le macerie dei palazzi bombardati di Gaza.
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