La campagna elettorale aggressiva, le espressioni sessiste e le posizioni di estrema destra del generale Vannacci fanno sprofondare la Lega al 4,3%: nel 2020 era al 22%. Il dato peggiore di sempre.

Di Marta Foresi

Per la Lega, che aveva affidato proprio al generale Roberto Vannacci la regia della campagna elettorale in Toscana, si tratta di un vero e proprio disastro, oltre ogni più nera aspettativa: alle elezioni regionali, il Carroccio non arriva neanche al 4,3%, ultimo partito della coalizione, dietro anche a Forza Italia (6,6%) e nettamente staccato da Fratelli d’Italia (23,5%). Cinque anni fa, con Susanna Ceccardi candidata alla presidenza, la Lega aveva raggiunto il 21,7%. Oggi il partito perde oltre 16 punti percentuali e scivola ai minimi storici, non solo rispetto al 2020 ma anche rispetto alle ultime elezioni europee, dove aveva ottenuto il 6,2%, e politiche, con il 6,5%. Il crollo è ancora più evidente se confrontato con le performance recenti in altre regioni: 7,3% nelle Marche e 9,4% in Calabria.

Una campagna aggressiva e di ultradestra

Post sessisti, comizi dai toni infuocati, scontri con manifestanti e convegni sulla “reimmigrazione”: la strategia di Vannacci non ha pagato e ha finito per dividere lo stesso centrodestra, con il candidato presidente Alessandro Tomasi che aveva preso le distanze da alcune uscite del vicesegretario leghista, criticando pubblicamente i suoi messaggi. Numerose sono state le defezioni locali, dall’ex consigliere regionale Giovanni Galli ad alcuni amministratori comunali, che avevano già segnalato un malessere interno. Vannacci però non fa alcun passo indietro, né autocritica e dice: «Continuerò a lavorare per gli italiani e per i toscani».

Festeggia la sinistra: «Se questo è l’effetto Vannacci speriamo prosegua», ha risposto Elly Schlein, mentre il presidente uscente del centrosinistra Eugenio Giani si gode la rielezione, forte del 55% con cui ha sconfitto la destra unita, ferma al 41%.