La partita più attesa era in Toscana, ma la vera sorpresa è stata la Puglia. Il centrosinistra, contro i pronostici e i sondaggi della vigilia, conferma la guida delle due Regioni e trionfa in Campania. Il centrodestra conquista le Marche, da 25 governate dalla sinistra, e vola in Liguria e Veneto. Le elezioni regionali del 20 e 21 settembre finiscono 3 a 3, con la concreta possibilità che il Pd conquisti anche la Valle D’Aosta. La spallata della destra al governo, dunque, non c’è stata e l’esecutivo, in una sola giornata, festeggia anche la vittoria del Sì al Referendum costituzionale sul taglio dei parlamentari.
Domenica e lunedì si è votato anche in 15 capoluoghi: il centrosinistra ha vinto in tre, il centrodestra in uno, ma nella maggior parte dei casi ci sarà il ballottaggio.

I risultati nelle Regioni

In Toscana Eugenio Giani (centrosinistra) vince con il 48,7% contro la sfidante di centrodestra Susanna Ceccardi al 40,5%. Irene Galletti (M5S) si ferma al 6,4% e Tommaso Fattori (Toscana a Sinistra) al 2,2%. Tra le liste, il Pd è il primo partito con oltre il 35% dei voti, la Lega è al 21,8% e Fratelli d’Italia al 13,5%. Nella terra di Matteo Renzi, Italia Viva (insieme a +Europa) non va oltre il 4,5%.

In Puglia Michele Emiliano (centrosinistra) è confermato presidente con il 46,8% contro Raffaele Fitto al 38,9%, Antonella Laricchia (M5S) 11% e Ivan Scalfarotto (Italia Viva) 1,6%. In Puglia, il Pd è primo partito con oltre il 17%, Fratelli d’Italia è al 12,6%, M5S al 9,9%. Crolla la Lega al 9,5%.

In Campania Vincenzo De Luca (centrosinistra) trionfa con il 69,5% su Stefano Caldoro (centrodestra) con il 18%. Valeria Ciarambino (M5S) ottiene l’11%. Anche in Campania il Pd è il primo partito con il 16,9%. Seguono la lista De Luca Presidente (13,3%), il M5S (9,9%). Crollano Lega e Fratelli d’Italia al 5,7% e 6%.

Nelle Marche Francesco Acquaroli (centrodestra) vince con il 49% mentre Maurizio Mangialardi (centrosinistra) è fermo al 37%. Gianmario Mercorelli del M5s è terzo con l’8,7%. Il Pd è primo partito con oltre il 25,1% mentre la Lega è la seconda lista con il 22,4%.

In Liguria Giovanni Toti (centrodestra) è confermato presidente con il 56,2% su Ferruccio Sansa (centrosinistra + M5s) al 38,8%. La lista “Cambiamo con Toti Presidente” è la più votata con il 22,7%, seguono il Pd al 19,8%, la Lega al 17,1% e Fratelli d’Italia al 10,8%.

In Veneto Luca Zaia si impone con il 76,8% su Arturo Lorenzoni (centrosinistra) fermo al 15,7%. Il rapporto tra Zaia e Lega è di 1 a 3: la lista del presidente è al 44,6% , il Carroccio al 16,9%.

In Valle d’Aosta, Regione a statuto speciale con regole tutte sue in materia di legge elettorale, nonostante la Lega risulti primo partito con il 23,9% il rischio è che non riesca a formare una maggioranza in Consiglio. Per ottenerla serve infatti un accordo post-elezioni, dal momento che in Valle vige il sistema proporzionale. Pd (15,2%) e Union Valdotaine (15,8%) uniti superano la Lega e si sono già detti pronti ad un’intesa.

I risultati nei 15 Capoluoghi

In 6 dei 15 capoluoghi al voto le elezioni si sono decise già al primo turno, perché un candidato ha superato il 50 per cento. In quattro casi era il sindaco uscente: a Mantova, Trento e Trani di centrosinistra, a Venezia di centrodestra, a Fermo indipendente. A Macerata ha invece vinto di misura l’imprenditore Sandro Parcaroli, sostenuto dal centrodestra.

In dieci comuni si andrà invece al ballottaggio: in 5 casi tra centrodestra e centrosinistra (Reggio Calabria, Arezzo, Bolzano, Lecco, Chieti), in un caso tra centrodestra e Movimento 5 Stelle (a Matera), in un altro tra centrodestra e un indipendente (Crotone) mentre ad Andria il centrosinistra andrà al ballottaggio con il M5S.