Ancora bombe israeliane sui civili: 12 persone di cui 7 bambini sono stati uccisi dall’esercito israeliano mentre andavano a prendere l’acqua. Per l’Onu i morti nelle “stragi del pane” sono oltre 800. Netanyahu: «Non lasceremo la Striscia. Dopo la tregua ancora guerra».

La Redazione

Le bombe israeliane sono cadute su uno dei centri di distribuzione dell’acqua della Afaq, un’organizzazione del posto. I medici locali, ripresi da fonti Onu, denunciano almeno 10 morti, tra cui 6 bambini e una bambina, tutti di età compresa tra i 10 e 15 anni. I feriti ammontano a una ventina. Su Facebook c’è il video di un padre piangente che trasporta il corpo del figlio insanguinato in una strada tra le macerie. Il quotidiano israeliano Ha’aretz riporta che ormai il 95% delle risorse idriche nella Striscia non sono più potabili e i portavoce militari israeliani, in una rara ammissione di responsabilità, hanno ammesso la strage dell’attacco destinato a colpire un militante: «Non ha funzionato ed è caduto a decine di metri dall’obbiettivo. Siamo spiacenti per qualsiasi vittima».

Dall’inizio del genocidio, dopo il 7 ottobre 2023, per l’Onu i morti nelle “stragi del pane” sono oltre 800: si tratta di civili uccisi vicini ai centri di distribuzione di aiuti umanitari.

Intanto il presidente israeliano Netanyahu ha bocciato il piano per la «città umanitaria», ha dichiarato che l’occupazione della Striscia di Gaza continuerà e ha confermato la deportazione del popolo palestinese: «Trasferiremo la popolazione della Striscia verso sud», ha detto.

Foto copertina © Mostafa Meraji – Unsplash