I liberali progressisti di D66 hanno vinto le elezioni in Olanda superando di poco l’estrema destra, favorita nei sondaggi. Il futuro presidente Rob Jetten sarà il più giovane e il primo premier apertamente gay del Paese, ma le trattative per formare il nuovo governo si preannunciano complesse.
La Redazione
In una serata elettorale che ha tenuto il fiato sospeso fino all’ultimo voto, i liberali-progressisti filo-Ue del Democraten 66 (D66) hanno portato a casa un risultato storico alle elezioni generali nei Paesi Bassi del 29 ottobre 2025. Guidati da Rob Jetten, i D66 hanno triplicato quasi il loro numero di seggi rispetto alle precedenti elezioni, passando da 9 seggi a circa 26 su 150 nella Camera dei Rappresentanti. Ora proveranno a formare un governo, per la prima volta da molti anni. Il grande sconfitto, dato vincente dai sondaggi della vigilia, è il partito di ultradestra PVV di Geert Wilders, che ha ottenuto circa 26 seggi, ma ne ha persi 9. Per Wilders sarà impossibile governare poiché nessun altro partito vuole allearsi con lui.

Il futuro governo Jetten
Se riuscirà a formare un governo di coalizione, il 38enne Rob Jetten sarà il più giovane e il primo premier apertamente gay del Paese. Ha un compagno con cui in primavera si sposerà in Spagna. Ex ministro del Clima sotto il governo di Mark Rutte, ha conquistato gli elettori con il suo messaggio ispirato allo slogan di Barack Obama “Yes We Can”, reinterpretato in olandese come “Het kan wel” (“È possibile”). In campagna elettorale ha puntato su temi come la coesione sociale, la crisi abitativa e la gestione dell’immigrazione. Ha promesso la costruzione di dieci nuove città e la realizzazione di 100.000 abitazioni all’anno, semplificando la burocrazia.
Per Rob Jetten non sarà facile dar vita ad un esecutivo poiché sarà necessario trovare un accordo con altri partiti. L’ipotesi più probabile è quella di cercare un’intesa ampia per un governo europeista e di centrosinistra con i cristianodemocratici di centrodestra e la sinistra dei Laburisti e Verdi. L’idea del “campo largo” però, non piace alla VVD: il partito dell’ex premier e attuale segretario generale della NATO, Mark Rutte, ha fatto sapere, di “non voler partecipare a un governo di sinistra”. La situazione resta intricata, l’esecutivo sarà di certo europeista ma la sua composizione resta difficile.
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